Avevano scambiato i cassonetti della nostra città per una discarica. Era più comodo smaltire gli scarti della lavorazione tessile lontano dalla sede dove operava l’impresa. Così hanno pensato bene di spostarsi a Siena per dare meno nell’occhio. Ma non hanno fatto i conti con l’occhio clinico di Sei Toscana e con i controlli che l’azienda svolge in un settore così delicato. E nevralgico per la vita dei cittadini. Quante volte, infatti, anche la nostra redazione ha ricevuto segnalazioni di cassonetti troppo pieni. Di materiale abbandonato all’esterno. E, andando a ritroso nel tempo, di scarti di lavorazione tessile abbandonati dentro i sacchi, nella campagna vicino Siena. I controlli di Sei, da cui è scaturito un esposto, si sono incrociati con quelli della guardia di finanza. Che da tempo ha acceso il faro sulla presenza di extracomunitari che vengono impiegati irregolarmente. E’ stato proprio durante un pattugliamento nella nostra città che ha attirato l’attenzione delle fiamme gialle un furgone. L’hanno seguito, a bordo c’erano due soggetti di nazionalità cinese. Quando sono arrivati all’Acquacalda, hanno iniziato a scaricare dal furgone numerosi sacchi di grandi dimensioni gettandoli nei cassonetti della raccolta differenziata dei rifiuti. Game over. Per loro il ’gioco’ è finito dunque in via Aldobrandino da Siena, dove ci sono le campane per il conferimento. Impressionante la quantità di materiale che si apprestavano ad abbandonare lì. Che, oltretutto, ha un costo elevato per il regolare smaltimento. Morale della favola: i finanzieri hanno verificato che uno dei soggetti era clandestino. E ancora: il contenuto dei sacchi era formato da scarti di lavorazioni tessili, circa una cinquantina di colli per un peso complessivo di ben 4360 chili. Provenienti, sembra, da un’azienda in provincia di Prato. «A fronte dell’ipotesi del reato di trasporto e abbandono non autorizzato di rifiuti sono stati sequestrati – spiega la Finanza – il furgone ed il relativo carico. E denunciati all’autorità giudiziaria i due trasportatori, unitamente al titolare dell’impresa a carico del quale è stato ipotizzato il reato di impiego di manodopera clandestina». Una vicenda tutt’altro che consueta per Siena. Dove si verificano certo proteste e critiche per chi abbandona la spazzatura in maniera indiscriminata ma non si è certo abituati a tonellate di scarti industriali vomitati nei cassonetti e nelle campane. Le fiamme gialle non si sono fermate qui. Grazie alla collaborazione di Sei Toscana, infatti, che gestisce il servizio integrato dei rifiuti urbani, hanno scoperto che non era la prima volta che i due trasportatori usavano Siena come discarica. L’azienda aveva notato che c’era stato un aumento anomalo nell’abbandono dei rifiuti in specifiche aree, montiorate attraverso i sistemi di videosorveglianza. Così sono state acquisite le immagini verificando che, negli ultimi mesi, i trasportatori hanno abbandonato addirittura 12 carichi per un quantitativo stimato di oltre 52mila chili. «In base ai costi previsti per lo smaltimento – osserva la FInanza – il gestore ha dovuto sostenere un esborso pari a 15mila euro per avviare il materiale al termovalorizzatore di Poggibonsi. L’intervento concluso assume particolare rilievo, sotto il profilo della deterrenza, per prevenire che l’abbandono incontrollato di rifiuti determini, da un lato l’aumento dei costi di smaltimento e delle tariffe a carico degli utenti virtuosi dall’altra una contrazione della percentuale di raccolta differenziata che il gestore del servizio è tenuto a garantire».
Scaricano tonnellate di rifiuti pericolosi Sorpresi all’Acquacalda: tre denunce
Siena