L’Assemblea plenaria del Parlamento europeo ha approvato la proposta di modifica al progetto di aggiornamento di sei direttive europee in materia di rifiuti. Si tratta delle direttive quadro sui rifiuti, sui rifiuti di imballaggi, sui Raee (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), sui veicoli fuori uso, sulle batterie e sulle discariche. Nei prossimi mesi è attesa la posizione al riguardo da parte del Consiglio europeo. Una volta definita la posizione del Consiglio, si andrà ad un confronto tra la Commissione, il Parlamento e il Consiglio per condividere il testo finale delle modifiche da apportare alle direttive. L’Assemblea ha chiesto di alzare gli obiettivi di riciclaggio da raggiungere entro il 2030: per quanto riguarda i rifiuti urbani al 70%, di cui almeno il 5% preparati per il riutilizzo; per quelli di imballaggio all’80%, oltre ad un almeno il 10% di imballaggi riutilizzati e per la quantità massima conferibile in discarica al 5%. L’Assemblea ha anche richiesto di disporre obiettivi di prevenzione della produzione di scarti alimentari del 30% entro il 2025 e del 50% entro il 2030 rispetto alla quantità generata nel 2014. Viene, inoltre, sollecitata l’introduzione dell’obbligatorietà della raccolta differenziata dei rifiuti di indumenti, nonché per i rifiuti da costruzione. Infine viene richiesto che le frazioni oggi oggetto di raccolta differenziata siano oggetto di cernita anche per i rifiuti speciali. Altri aspetti salienti del documento consistono nella richiesta di rafforzare la Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), di fare un maggior ricorso a strumenti economici come la tassazione dell’incenerimento e l’introduzione della cauzione, nonché di agire in maniera più decisa per la riduzione delle sostanze pericolose presenti nei prodotti e nei rifiuti. Di notevole interesse è anche l’introduzione di un elenco indicativo degli strumenti per promuovere il passaggio verso un’economia circolare. Un elenco che indica gli strumenti economici: aumento progressivo delle tasse e/o dei diritti sul collocamento in discarica per tutte le categorie di rifiuti (urbani, inerti, altri); introduzione o aumento delle tasse e/o dei diritti sull’incenerimento; introduzione di sistemi di tariffe puntuali; misure intese a migliorare l’efficienza, in termini di costi, dei regimi di responsabilità del produttore, vigenti e futuri; estensione del campo di applicazione della responsabilità finanziaria e/o operativa del produttore a nuovi flussi di rifiuti; incentivi economici che stimolino le autorità locali a promuovere la prevenzione, nonché a sviluppare e potenziare i sistemi di raccolta differenziata; misure a sostegno dell’espansione del settore del riutilizzo; misure volte a sopprimere le sovvenzioni in contrasto con la gerarchia dei rifiuti. Nel documento di elencano anche altre misure che prevedono: appalti pubblici sostenibili volti a promuovere la produzione e il consumo sostenibili; misure tecniche e fiscali intese a sostenere lo sviluppo dei mercati dei prodotti riutilizzati e dei materiali riciclati (anche compostati), così come a migliorare la qualità dei materiali riciclati; adozione delle migliori tecniche disponibili per il trattamento dei rifiuti volte a eliminare le sostanze estremamente preoccupanti; misure volte a sensibilizzare maggiormente i cittadini su una corretta gestione dei rifiuti e sulla riduzione dell’inquinamento da rifiuti, ivi comprese apposite campagne per ridurre i rifiuti alla fonte e promuovere un elevato grado di partecipazione ai sistemi di raccolta differenziata; misure volte a garantire un adeguato coordinamento, anche per via digitale, tra tutte le autorità pubbliche competenti che intervengono nella gestione dei rifiuti e ad assicurare la partecipazione di altre parti interessate rilevanti; utilizzo dei Fondi strutturali e di investimento europei per finanziare lo sviluppo delle infrastrutture di gestione dei rifiuti necessarie per conseguire gli obiettivi pertinenti. L’Unione Europea compie così un altro passo deciso verso l’economia circolare.