Obiettivi di riciclo dei rifiuti urbani più impegnativi, maggiore coinvolgimento dei produttori, nuovi target per gli imballaggi, taglio dello smaltimento in discarica, riduzione degli sprechi alimentari. Sono queste alcune delle novità contenute nel nuovo pacchetto di direttive europee sui rifiuti e la circular economy, approvate dal Consiglio, Commissione e Parlamento europeo, che sono stati presentati pochi giorni fa nel corso del convegno “Circular Economy, le direttive europee appena approvate” organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile per festeggiare i suoi primi dieci anni di vita. Fra le novità principali del pacchetto, per i rifiuti urbani si alzano al 55% nel 2025, al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035 gli obiettivi di riciclo (oggi siamo al 42%). Per raggiungere il target del 2035 sarà necessario che la raccolta differenziata arrivi almeno al 75% (oggi la media nazionale è del 52,5%). Viene rafforzata anche la responsabilità estesa del produttore che, nella gestione dei rifiuti che derivano dai loro prodotti, dovranno assicurare il rispetto dei target di riciclo, la copertura dei costi di gestioni efficienti della raccolta differenziata e delle operazioni di cernita e trattamento, quelli dell’informazione, della raccolta e della comunicazione dei dati. Per gli imballaggi tale copertura sarà dell’80% dei costi dal 2025, per i settori non regolati da direttive europee la copertura dei costi sarà almeno del 50%, per RAEE, veicoli e batterie restano le direttive vigenti in attesa di aggiornamenti. Per il riciclo degli imballaggi l’Italia è già a buon punto: si dovrà aumentare il riciclo dall’attuale 67% al 70% del totale degli imballaggi entro il 2030. In particolare, per gli imballaggi in legno: oggi il riciclo è al 61% a fronte di un obiettivo del 30%; per quelli ferrosi l’obiettivo è dell’80% (oggi si è al 77,5%); per l’alluminio l’obiettivo è del 60% (oggi si è già al 73%); imballaggi in vetro: l’obiettivo è del 75% (oggi si è al 71,4%); imballaggi di carta: si dovrà passare dall’attuale 80% all’85%; imballaggi in plastica: in quest’ambito, a causa degli imballaggi in plastiche miste, ci sono maggiori difficoltà per il riciclo che, comunque, dovrà aumentare dal 41% attuale al 55% al 2030. Lo smaltimento in discarica non dovrà superare il 10% dei rifiuti urbani prodotti (oggi in Italia la media è del 26%). Per attuare una strategia contro gli sprechi alimentari vengono introdotti target di riduzione degli sprechi del 30% al 2025 e del 50% al 2030. Le novità normative introdotte dal pacchetto sull’economia circolare dovranno poi essere recepite nei singoli Stati membri dell’UE e, per quanto riguarda l’Italia, arricchiranno e completeranno il quadro nazionale in materia di economia circolare. Ricordiamo a tale proposito che, di recente, nel novembre 2017, il Ministero dell’Ambiente e tutela del territorio e del mare ha pubblicato il documento “Verso un modello di economia circolare per l’Italia- documento di inquadramento e posizionamento strategico” frutto dei contributi di tutti gli operatori che hanno preso parte alla consultazione, oltre 300 tra rappresentanti delle pubbliche amministrazioni, piccole, medie e grandi aziende, associazioni, consorzi, organismi di certificazione e privati cittadini. Il documento costituisce un tassello importante per l’attuazione della più ampia Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile e sarà d’aiuto per affrontare, nel prossimo decennio, l’importante sfida di mantenere insieme competitività, sostenibilità ed innovazione.