Accesso e chance di crescita sale l'attenzione alla parità. Ci sono aziende che ne fanno una priorità strategica. Come nel caso di Iren, che per il piano industriale al 2030 ha comunicato i target in termini di sviluppo delle risorse umane

Non è solo una questione di numeri, ma anche di equità. Se da una parte gli ultimi trimestri hanno fornito indicazioni sulle dinamiche occupazionali migliori delle previsioni, dall'altro restano marcate le differenze per genere e classi d'età, con donne e giovani fortemente penalizzati sia nell'accesso al mondo del lavoro, sia alle progressioni di carriera. Differenze che non nascono certo oggi e che non riguardano esclusivamente il nostro Paese, ma che l'esperienza degli ultimi anni ha aggravato, prima con l'esperienza pandemica che ha ulteriormente penalizzato le lavoratrici, spesso costrette a farsi carico delle incombenze familiari, quindi con l'elevata inflazione che ha reso difficilmente sostenibili gli stipendi in ingresso concessi a molti giovani. Ora, come per altri campi della nostra economia, si confida nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, che tra le sue priorità strategiche ha la parità generazionale e quella di genere, con interventi in tutte e sei le missioni che lo compongono. Intanto sul fronte delle aziende qualcosa si muove, con i temi della parità nelle condizioni d'accesso e nella crescita professionale che si fa strada tra le priorità strategiche. Come nel caso di Iren, che a fine 2021, in occasione della presentazione del piano industriale al 2030, ha comunicato i target in termini di sviluppo e crescita delle risorse umane. In particolare, l'obiettivo a fine decennio è di inserire 7 mila nuovi lavoratori sia attraverso il consolidamento di società partecipate, sia con l'assunzione dal mercato di nuove figure. Il piano è entrato nel vivo nel corso del 2022, nonostante le forti criticità che ha vissuto il business dell'energia a causa della guerra Russia-Ucraina che ha portato a un enorme rincaro delle materie prime, con ricadute negative sul business dei servizi di pubblica utilità. A fronte di nuove acquisizioni societarie (Sei Toscana, Ekovision, Crcm, Sap srl, Alegas, Nove), nel perimetro del gruppo sono entrate oltre 1.100 persone e in parallelo ne sono state assunte dal mercato circa 1.300. Così in un solo anno è stato inserito oltre un terzo dei 7 mila nuovi dipendenti previsti in arco piano entro il 2030. Fra i neoassunti l'età media è di 35 anni, e di questi circa il 40% ha meno di 30 anni. Si tratta di profili eterogenei, vista la molteplicità di attività che svolge il gruppo. All'incirca in un quarto dei casi si tratta di laureati e, tra questi ultimi, il 70% ha completato il percorso accademico in una disciplina Stem, tra ingegneri di progettazione, direttori lavori, profili in ambito amministrativo e commerciale, nonché nei settori Ict. Da segnalare, poi, che il 26% del totale degli assunti a tempo indeterminato è di genere femminile, sebbene le mansioni richieste nel mondo delle utility in molti casi corrispondano ad attività a maggiore vocazione maschile. Inoltre, in tema diversity, dall'azienda segnalano che il cda entrato in carica da giugno scorso presenta una maggioranza di consiglieri di sesso femminile. 

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