In Italia ogni famiglia spreca in media quasi 7 euro a settimana di cibo gettandolo nella pattumiera, per un totale di quasi 370 euro l’anno. Questi i dati che emergono dall’ultimo studio del Politecnico di Milano dal titolo “Waste watcher”, dal quale emerge che le rimanenze alimentari in Italia ammontano a 5.590.000 tonnellate, pari a oltre 13,5 miliardi di euro. I maggiori responsabili sono soprattutto i privati cittadini, perché quasi la metà (il 43%) del cibo viene buttato via nelle nostre case, nelle nostre cucine domestiche. Seguono il settore primario con il 37%, la distribuzione 13%, la ristorazione 4% e la trasformazione 3%.
Con 277 voti a favore e nessun voto contrario, la Camera dei deputati ha approvato lo scorso 17 marzo le proposte di legge contro gli sprechi di prodotti alimentari. Si tratta di diciotto articoli per combattere lo spreco alimentare e snellire tutte le procedure burocratiche che fino a oggi rendevano difficoltoso per chiunque donare i prodotti alimentari invenduti a chi ne ha bisogno.
Tra le novità rispetto al testo base sono stati introdotti e votati due emendamenti: il primo prevede che anche gli enti pubblici, potranno essere considerati "soggetti donatori". Il secondo stabilisce che si possono donare anche i cibi con etichette sbagliate, purché le irregolarità non riguardino la data di scadenza del prodotto o l'indicazione di sostanze che provocano allergie e intolleranze.
Votato favorevolmente anche un ordine del giorno che impegna a coinvolgere nel prevenire lo spreco anche le mense scolastiche, aziendali e ospedaliere.
La proposta di legge si basa sul concetto per il quale le eccedenze o i recuperi alimentari, come gli alimenti invenduti o i prodotti scartati per motivi estetici o perché prossimi alla data di scadenza, non siano da considerare rifiuti ma prodotti che possono essere utilizzati da chi ne ha necessità. La norma si propone quindi di semplificare le regole per la cessione gratuita degli alimenti da parte degli operatori del settore alimentare nei confronti degli enti che operano con fini caritatevoli, stabilendo modalità di cessione e requisiti di conservazione delle eccedenze in linea con le norme europee. La bontà delle intenzioni della proposta di legge dovrà per forza di cose trovare campo nella cultura generale degli italiani, visto che come ribadito dallo studio del Politecnico milanese la metà dello spreco avviene nelle nostre case. In aiuto a queste sfide il testo prevede campagne informative di sensibilizzazione, nonchè l’istituzione di un fondo nazionale per progetti innovativi di ricerca e sviluppo finalizzati alla limitazione degli sprechi, con un finanziamento di un milione di euro all’anno per tre anni fino al 2018.
Soddisfazione per il passaggio alla Camera della legge è stata espressa anche da Marco Lucchini, direttore della Fondazione Banco Alimentare, che commentando ha ricordato come lo scorso anno siano state distribuite “85.000 tonnellate di alimenti e oltre 1 milione di piatti pronti di cibo cotto. Con questa legge abbiamo un’arma in più per continuare il lavoro di questi 25 anni e aumentare l’aiuto che diamo ogni giorno a oltre 8.000 strutture caritative che assistono 1.560.000 bisognosi di cui quasi 135.000 bambini".