“L’industria italiana del riciclo ha raggiunto un buon livello e vede nel futuro prospettive di crescita consistenti. Ma per affrontare le sfide poste dall’economia circolare deve fare un salto di qualità per migliorare le sue capacità di attivare e di usufruire di politiche di sistema con progetti di diffusione di migliori tecniche di filiera, per mobilitare le risorse finanziarie necessarie alla nuova fase di sviluppo e per trovare maggiori sbocchi di mercato per i prodotti del riciclo”. E’ una fotografia in chiaroscuro quella che Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo sostenibile ha fatto in occasione della presentazione del report “L’Italia del Riciclo” che, a 20 anni dall’emanazione del Decreto che ha disciplinato per la prima volta in modo organico il settore dei rifiuti in Italia, lancia uno sguardo a quanto è stato raggiunto fino a oggi e a quanto resta ancora da fare. Prendendo in considerazione tutti i rifiuti, urbani e speciali, nel rapporto si dettaglia che a livello nazionale nel 2015 la quantità di quelli complessivamente gestiti (esclusi quelli da bonifica e gli inerti da costruzione e demolizione) è pari a 116,5 Mt. Di questi il 54,9% è stato avviato a recupero ed un 15% a smaltimento. Il resto a operazioni di pre-tratttamento. Per quanto riguarda i rifiuti urbani da imballaggio, invece, il rapporto indica che ben il 67% dell’immesso al consumo viene avviato a riciclo. Per un vero salto di qualità in termini di economia circolare però, un simile livello di crescita, seppur buono, non basta. “Per dare concretezza a questa prospettiva - ha spiegato Andrea Fluttero, presidente di Fise Unire - occorre risolvere una serie di problemi: penso ad esempio al collocamento delle sempre maggiori quantità di materie prime e di scarti che risultano dal riciclo, all’oscillazione dei prezzi delle materie prime, ai costi di smaltimento delle frazioni di scarto o alla dotazione impiantistica dell’intero territorio nazionale”. In un simile contesto, la Toscana, compresa quella del sud, rappresenta un modello che permette oggi di avviare a riciclo effettivo l’84% dei materiali raccolti in modo differenziato dai cittadini (Fonte Banca dati Anci Conai) arrivando così a realizzare una concreta economia circolare. Nello specifico, le filiere più efficienti risultano quella del legno (100%) con 44mila tonnellate di rifiuti avviati a effettivo riciclo su 44mila raccolte, quella dei metalli (99%) 6400 tonnellate su 6500, della carta e cartone (92%) 245mila tonnellate su 252mila, del vetro (95%) 44000 tonnellate. Le plastiche raggiungono invece il 90% di avvio a riciclo se raccolte da sole e scendono all’88% se invece sono raccolte come multimateriale.