Sono stati resi noti i contributi che la commissione Territorio e Ambiente del Senato aveva richiesto attraverso una consultazione pubblica in merito al pacchetto economia circolare presentato dalla Commissione Europea. Sono stati in tutto 55 i contributi che sono stati inviati nei mesi scorsi da istituzioni (Regioni), enti e associazioni (tra cui anche Legambiente), associazioni di categoria, imprese e singoli cittadini. Nel dossier che ne è scaturito sono indicati i risultati, tra cui le principali criticità emerse dalla consultazione. Tre in particolare gli aspetti del pacchetto giudicati più controversi: in primis viene sottolineata un’inadeguata attenzione al tema della raccolta differenziata che non viene resa ancora obbligatoria; successivamente viene rimarcato come vi sia ancora confusione sulla definizione di alcuni termini, quali rifiuti urbani, sottoprodotti “end of waste” ecc.; infine emerge chiaramente la necessità di definire puntualmente le responsabilità e i costi di gestione delle risorse giunte a fine vita. Dopo una prima raccolta di critiche, il dossiere riporta i contributi che hanno avuto anche una funzione propositiva. Infatti, tra quelli pervenuti erano presenti proposte di integrazioni al pacchetto sull’economia circolare. Tra queste vi è ad esempio l’indicazione di obiettivi che siano vincolanti legalmente per la riduzione di rifiuti urbani, commerciali ed industriali oppure l’imposizione entro il 2030 del divieto di conferimento in discarica, ed entro il 2020 del divieto di incenerimento fatti salvi i rifiuti non riciclabili e non biodegradabili. Al di là delle critiche e delle proposte la consultazione pubblica ha rappresentato un esempio di iniziativa di partecipazione democratica su un tema delicato quanto importante come il ciclo dei rifiuti pensato in un’ottica di ciclo integrale, che va dalla produzione di beni allo smaltimento e al riutilizzo dei materiali.