Le aziende di gestione dei rifiuti, elettriche, dell’acqua potabile o del gas sembrano uscite dalla crisi. Lo dicono gli economisti esperti di utility e di servizi pubblici locali, come riportato oggi dal quotidiano Il Sole 24 Ore. “Il momento problematico delle multiutility è alle spalle” osserva Marco Carta, amministratore delegato dell'Agici che, insieme con Accenture, ha coordinato lo studio “Cambiamento climatico e transizione energetica” che è stato illustrato oggi a Milano in occasione del rapporto annuale 2018 dell’Osservatorio sulle alleanze e le strategie nel mercato italiano delle utilities. Si investe con intensità, con una previsione vicina ai 74 miliardi di euro di impegni programmati e si stipulano più accordi. L’analisi degli economisti conferma il vestito nuovo che le aziende di rifiuti, energia elettrica e gas, e acqua potabile stanno indossando: i panni di quello che Carta definisce “abilitatore”, ossia di intermediario fra il cambiamento tecnologico e i consumatori. “Quello che emerge – dice Carta – è che il momento problematico delle multiutility è alle spalle e le aziende hanno capito come reagire alle sfide del futuro: si sono fatte più reattive e stanno conseguendo utili importanti, i quali insieme con il basso costo del debito stanno mettendo in campo le scelte imposte dalla Strategia energetica nazionale. Si pongono appunto come abilitatori della transizione e investono in infrastrutture e nuove tecnologie”. Per il settore dei rifiuti nell’ultimo si è registrata una crescita nella produzione di spazzatura e un aumento della raccolta differenziata anche se il settore soffre l’incertezza dovuta alla mancanza di un coordinamento centrale che però dovrebbe avere nel 2018 un anno di svolta con la nascita di Arera. Per rendere smart le aree urbane, generando crescita, innovazione e valore, le utility devono essere trasparenti nel confronto e aperte alle alleanze. Devono “puntare su digitalizzazione, spinta da una sempre più rapida evoluzione ed accessibilità delle tecnologie; sull’introduzione delle logiche dell’economia circolare con un migliore utilizzo delle risorse e devono puntare infine sull’attivazione di sistemi aperti e di open innovation – come aggiunge Pierfederico Pelotti di Accenture in Italia”. Indicazioni che Sei Toscana ha colto in pieno, con l’innovazione tecnologica che rappresenta uno degli assi strategici che la società intende percorrere nel prossimo futuro. Il gestore infatti sta investendo nello sviluppo e nella realizzazione di sistemi che siano all’avanguardia e integrati all’origine, così da creare un unico sistema evoluto per tutti i processi aziendali. Un sistema di sviluppo dei processi in chiave tecnologica che va di pari passo con l’introduzione di innovativi sistemi di raccolta che si avvalgono di attrezzature all’avanguardia.