Iren, multiservizi quotata su Euronext Milan, ha chiuso il 2023 con ricavi consolidati pari a 6.490,4 milioni di euro, in diminuzione del 17,5% rispetto ai 7.863 milioni di euro dell'esercizio 2022. I principali fattori di contrazione del fatturato sono riferibili ai ricavi energetici, influenzati per oltre 1.229 milioni di euro dalla riduzione dei prezzi delle commodities e per circa 286 milioni di euro alla riduzione dei volumi per l'effetto climatico, con un inverno molto mite, e per la riduzione della domanda energetica.
L'EBITDA è pari a 1.197 milioni di euro (+13,5% rispetto a 1.055 milioni di euro al 31/12/2022). L'incremento di 142 milioni di euro è principalmente determinato dal pieno recupero della BU Mercato, dalla generazione idroelettrica e dalla piena contribuzione delle società integrate (SEI Toscana e Acquaenna), nonostante uno scenario inflattivo consistente e un'elevata volatilità dello scenario energetico. L'Utile Netto di Gruppo attribuibile agli azionisti è pari a 255 milioni di euro (in crescita del 12,8% rispetto a 226 milioni di euro al 31/12/2022).
"Nell'anno appena concluso Iren ha centrato tutti i principali target del Piano industriale e del Budget per il 2023 riferiti a investimenti, Ebitda, rapporto IFN/Ebitda e utile netto - ha commentato l'AD Paolo Signorini -Il Gruppo si conferma come uno dei principali player in termini di investimenti conseguendo nell'esercizio un incremento di 635 milioni di euro del Capitale Investito Netto (10% rispetto al CIN 2022), fondamentale per garantire un adeguato e stabile Return On Investment".
L'indebitamento finanziario netto è pari a 3.932 milioni di euro (+18% rispetto a 3.347 milioni di euro al 31/12/2022). L'incremento del debito, per effetto degli investimenti del periodo, è avvenuto in maniera proporzionale alla crescita dell'EBITDA, confermando il rapporto debito netto/EBITDA a 3,3x.
Il dividendo è pari a 11,88 centesimi di euro per azione, in crescita dell'8% rispetto al dividendo 2022 e con un pay-out pari al 60%.