Enrico, babbo e operatore di Sei Toscana, preleva i rifiuti di chi è malato di Covid-19

Tuta antibatterica con cappuccio. Occhiali protettivi. Mascherina proteggi bocca e naso. Guanti sterili a contatto con la pelle e guanti hycron sopra. Pronti, si parte. Che sia martedì o venerdì, che siano le 7 o le 12,20, il codice di abbigliamento non cambia. Dal quartier generale di Sei Toscana in via Giordania esce un mezzo della società che gestisce il servizio integrato dei rifiuti urbani. Alla guida c'è un autista che porta con sé due operatori: uno è Enrico Bagalà, che è uno dei tre dipendenti di tutta la platea della forza lavoro di Sei Toscana che ha accettato di occuparsi di una mansione inedita e straordinaria: la raccolta dei rifiuti dei cittadini che - chiusi nelle loro case - sono in quarantena sorvegliata dall'Asl perché sono stati contagiati dal coronavirus. «Sì, ho accettato - dice Enrico - perché Sei Toscana per me ha fatto molto». la quotidianità sul lavoro Pitiglianese di 47 anni, padre di una bambina di tre anni, Enrico Bagalà a maggio "spunterà" un anno dall'assunzione a tempo indeterminato tra le fila dei dipendenti di Sei: da maggio 2016 fino alla primavera 2019 ha lavorato per il gestore unico Sei - per i cantieri di Grosseto e Marina di Grosseto - come interinale di Cooplat, e dopo 18 mesi è giunta la bella notizia. Lui è uno di quegli operatori che il cittadino ogni giorno vede avvinghiato sul posteriore dei mezzi di Sei che circolano per le strade della città, oppure davanti alla spazzatrice con il soffione imbracciato, o comparire su chiamata per la raccolta di vetro e sfalci di verde. Con l'inizio dell'emergenza coronavirus, la sua vita è un po' cambiata. io, la bambina e la mia compagnaInnanzitutto sono iniziati i salti mortali nella vita privata perché gli asili nido sono chiusi e i nonni è bene che non si muovano. Sia Enrico che la compagna lavorano nei servizi essenziali: lui per Sei Toscana, lei nel campo delle disinfestazioni; sono dunque entrambi in prima linea. «È tutto un gioco di incastri - dice - La piccola è "murata" in casa e quando per esempio la mamma rientra alle 12, io la saluto e scappato via quando ho il turno delle 12, 20. Ha in mente il film Ladyhawke? », dove lei vive come falco di giorno e lui come lupo la notte. «Ci stiamo informando per richiedere il congedo parentale - aggiunge - ma se si riscuote a luglio è un problema; le esigenze della bambina, due cani, l'affitto, le bollette: come si fa ad aspettare fino a luglio? ». ecco ora cosa faccioAnche la sua vita lavorativa è cambiata, e non tanto perché, ad esempio, l'uso dei "soffioni" è stato bandito ma soprattutto perché ha accettato la nuova mansione. Il ritiro dei rifiuti delle persone contagiate da Covid-19 viene svolto il martedì e il venerdì su due turni; Sei Toscana invia ai diretti interessati un kit da utilizzare con scatoloni di cartone e sacchi. «Ogni mattina riceviamo una lista che Sei Toscana riceve a sua volta dal Comune con i nominativi: è strettamente riservata, solo il mio collega ed io possiamo consultarla e nessuno in azienda sa il percorso che facciamo. La persona in quarantena sorvegliata deve farci trovare fuori da casa uno scatolone di cartone con dentro i sacchi sigillati. La prima volta annunciamo il nostro arrivo con una chiamata, poi, di solito non serve più. Suono, mi aprono, controllo che sul pianerottolo non ci sia nessuno (altrimenti abbiamo l'ordine di andare via velocemente), prima di avvicinarmi spruzzo l'igienizzante, prendo il cartone, lo butto nella vasca del furgone, butto i guanti in un sacco ad hoc, sterilizzo tutte le parti del mezzo che posso aver toccato (dalle maniglie allo sportello) e si riparte. Tutto il mezzo viene continuamente igienizzato». basta fare con calma... Ha qualche timore babbo Enrico? «No, nessuno. Innanzitutto siamo stati formati per questa mansione. E quando mi è stato chiesto se ero disponibile, ho detto subito sì perché se fai le cose per bene, non corri alcun rischio. L'importante è non andare di fretta: perché tirar via con il rischio, magari, che mi si rompa un guanto? Sarei uno sciocco». Quando non è impegnato nel servizio "speciale", Enrico si occupa con gli altri colleghi di Sei delle sanificazioni: davanti ai supermercati, davanti alle Poste, si passa "in rassegna" tutti i cassonetti... il sognoQuando finirà? «Eh... chi lo sa - sospira Enrico - Me lo chiedo continuamente. Una notte ho anche sognato che era tutto finito. Io credo che si sia a buon punto. Ma se da qui a poco dovesse andare meglio, c'è anche il rischio che la gente prenda tutto sotto gamba: siamo in Italia».

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