La seconda vita degli imballaggi l`Italia brilla ma per la plastica si deve fare di più

I vantaggi ambientali ma anche economici e sociali. Il riciclo ha effetti positivi che non si esauriscono nel contributo dato al contrasto all`inquinamento e alla lotta agli sprechi; si riverberano anche sul piano finanziario, in termini di risparmio energetico e di materie prime. Nel mezzo della grande transizione ecologica, le attività che consentono di dare una seconda vita ai rifiuti hanno quindi un ruolo importante, perché aiutano a fronteggiare l`urto della crisi climatica ed energetica. Bastano pochi numeri per comprendere la portata di questi benefici: nel 2022, il valore economico per l`Italia generato dal riciclo e dal recupero degli imballaggi ha superato i tre miliardi di euro. E a questo risultato, il Consorzio nazionale imballaggi (Conai) ha contribuito per circa la metà, vale a dire per 1,5 miliardi di euro. Nel complesso, il sistema nazionale di riciclo e recupero degli imballaggi ha permesso alla Penisola di risparmiare lo scorso anno oltre 56 terawattora di energia e più di 11,8 milioni di tonnellate di materia prima vergine; e ancora di evitare oltre 10,2 milioni di tonnellate di CO2eq. A sottolinearlo è il Rapporto integrato di Sostenibilità 2023 di Conai, che misura anche l`apporto a queste cifre del Consorzio, costituito da più di 690 mila imprese produttrici e utilizzatrici di imballaggio, e che indirizza l`attività dei Consorzi di filiera: Ricrea (acciaio), Comieco (carta e cartone), Coreve (vetro), Cial (alluminio), Rilegno (legno), Biorepack (bioplastica) e Corepla (plastica). Grazie al lavoro del sistema consortile, sono 4,8 milioni le tonnellate di materia vergine che si è evitato di estrarre e utilizzare (pari a 324 torri di Pisa) e 26 terawattora il risparmio di energia primaria derivante da fonti fossili (pari al consumo di un terzo delle famiglie italiane). Per quanto riguarda l`abbattimento delle emissioni, invece, i processi promossi da Conai hanno evitato 4,73 milioni di tonnellate di CO2eq (la quantità prodotta da 3.767 voli intorno al mondo). Lo studio evidenzia l`importanza economica e ambientale degli sforzi del sistema Paese: il valore della materia recuperata grazie a tali attività è stato di 2 miliardi e 43 milioni di euro, a cui si aggiungono 20 milioni di euro di energia prodotta dalla valorizzazione energetica dei rifiuti di imballaggio e 609 milioni di euro di risparmi di emissioni di gas serra con il riciclo e il recupero energetico; mentre l`indotto economico generato dalla filiera è stato pari a 614 milioni. Numeri cresciuti nel corso degli anni e che mostrano la volontà della Penisola di promuovere l`economia circolare e la maggiore sensibilità di cittadini e imprese alle tematiche ambientali. Un impegno che acquista ancor più significato se messo in relazione con le sfide che stiamo vivendo, a partire dagli obiettivi green e di sostenibilità definiti in ambito comunitario. L`Italia si colloca tra i best performer nel Vecchio Continente per il riciclo totale degli imballaggi immessi al consumo: è al quarto posto dopo Belgio, Olanda e Finlandia secondo i dati Eurostat, ricorda il rapporto di Conai. In termini pro-capite, si piazza in terza posizione dietro Germania e Lussemburgo. Inoltre, secondo la relazione della Commissione europea di segnalazione preventiva sull`attuazione delle direttive sui rifiuti, pubblicata lo scorso giugno, il nostro Paese è tra i 9 Stati membri - insieme ad Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi e Slovenia - che sono sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi al 2025 di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio del 55% dei rifiuti urbani e poi del riciclaggio del 65% di tutti i rifiuti di imballaggio. Se consideriamo le prestazioni delle varie filiere di imballaggio in Italia, quelle dell`alluminio, della carta, del legno e dell`acciaio hanno già superato i target al 2025; e come si legge nel report di Conai, secondo le proiezioni disponibili anche la filiera della plastica raggiungerà l`obiettivo in tempo. Tuttavia, nel documento della Commissione europea si sottolinea la necessità di aumentare gli sforzi per conseguire gli obiettivi di riciclaggio specifici per materiali per gli imballaggi, in particolare per quelli in plastica: la Penisola è infatti menzionata tra gli Stati membri che sono considerati a rischio di mancare gli obiettivi specifici per questo tipo di materiale. Restano inoltre dei gap territoriali da superare, con province italiane caratterizzate da ritardi nella quantità e qualità delle raccolte differenziate; e bisogna fare ulteriori passi avanti nelle tecnologie adottate, rafforzare il riutilizzo degli imballaggi riutilizzabili e favorire un migliore sbocco di mercato per le materie prime seconde. La strada da percorrere è tracciata, ed è essenziale continuare a migliorare i tassi di raccolta, abbattendo sempre più il collocamento in discarica, promuovendo riciclo e riutilizzo dei materiali, e la diminuzione dei rifiuti prodotti. Un approccio di economia circolare che contribuisce al raggiungimento della neutralità climatica, rafforza la sicurezza dell`approvvigionamento di materie prime, riducendo la dipendenza dall`estero, e crea posti di lavoro a livello locale.

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