Riciclare gli imballaggi negli ultimi 23 ani ha consentito di recuperare una quantità rifiuti pare a quella che avrebbe riempito 175 discariche di medie dimensioni. Quasi due per ogni provincia italiana. I numeri diffusi da Conai, il consorzio nazionale che riunisce le imprese produttrici e utilizzatrici di imballaggi, fotografano la grande corsa del Paese verso la sostenibilità della filiera dei rifiuti. Nel 2020, si legge nell`annuale report di sostenibilità del consorzio, i benefici ambientali hanno raggiunto il valore di un miliardo e 274 milioni di euro. Alla cifra si arriva sommando varie voci: la materia recuperata grazie al riciclo vale 381 milioni; l`indotto economico generato dalla filiera è stimato in 616 milioni; il valore dell`energia prodotta grazie al recupero energetico, invece, è di 22 milioni. Le emissioni evitate C`è poi un valore immateriale, ma stimabile grazie ai criteri fissati dalla direttiva 33 del 2009 dell`Europarlamento: quanto valgono in termini economici le man- cate emissioni di anidride carbonica frutto del riciclo? La stima è di 225 milioni di euro per il solo 2020, ricavata a partire dal calcolo di circa 4 milioni e 400 mila tonnellate di CO, non emesse grazie all`attività di ricido degli imballaggi. Una quantità che si genererebbe, stima sempre Conai, facendo volare diecimila aerei da Roma a New York, andata e ritorno. I meccanismi di calcolo sono precisi e raccontano di come tutto l`iter del riciclo abbia ricadute virtuose. Ad esempio, si stima che il 39% delle emissioni evitate è imputabile all`avvio a ricido di rifiuti di imballaggio in vetro, seguito da quello della carta (28%) e della plastica (19%). Un risultato che permette di guardare alla filiera del riciclo anche come attore del percorso verso la decarbonizzazione, obiettivo nuovamente sancito, pur tra mille difficoltà sui tempi garantiti dai vari Paesi, sia dal G20 di Roma che dalla Cop 26 di Glasgow nelle ultime settimane. Va poi considerato, naturalmente, il risparmio di emissioni per l`energia primaria che non è stato necessario utilizzare: quasi 24 terawattora, uno in più rispetto al dato segnato nel 2019. Anche in questo Conai aiuta a chiarire l`impatto con un`immagine: è stata risparmiata una quantità di energia primaria pari a quella necessaria a soddisfare i consumi medi domestici di elettricità di circa 7 milioni di famiglie italiane. Plastica su tuttti L`apporto principale a questo risparmio è da riconoscere al riciclo della plastica, con una quota che supera il 40%. Seguono il vetro con il 28,8% e la carta con il 20,6%. Il risparmio di materia vergine, non estratta perché sostituita dalla materia ottenuta dal riciclo, è altissimo: 4 milioni e 631 mila tonnellate. Pari al peso di 460 torri Eiffel. Lo spaccato sui materiali di imballaggio risparmiati parla di 278mi1a tonnellate di acciaio, equivalente a quello di 722 treni Frecciarossa; 16 mila tonnellate di alluminio, che corrispondono a un miliardo e mezzo di lattine; un milione e 233 mila tonnellate di carta, il corrispettivo di 494 milioni di risme di fogli A4; 830 mila tonnellate di legno, come 38 milioni di pallet; 470 mila tonnellate di plastica, ossia circa dieci miliardi di flaconi in Pet per detersivi da un litro; e un milione e 804 mila tonnellate di vetro, che sono quelle di cinque miliardi di bottiglie di vino da tre quarti di litro. Il traino del Nord Complessivamente in Italia è aumentata del 5,4% la quantità di imballaggi conferiti a Conai per il riciclo: più di 5 milioni e 300 mila tonnellate. Di queste, più di 2 milioni e 800 mila arrivano dalle regioni del Nord (+ 6% rispetto all`anno precedente), 976 mila arrivano dal Centro (+4% rispetto all`anno precedente) e oltre 1 milione e mezzo arriva dal Sud (+5% rispetto all`anno precedente). Lo scorso anno sono stati 7.436 Comuni italiani a stipulare convenzioni con il sistema consortile grazie all`accordo siglato da Conai e Anci: la popolazione raggiunta è pari al 97%. Per coprire i maggiori oneri della raccolta differenziata, nel corso del 2020, Conai ha trasferito ai Comuni 658 milioni di euro. Una cifra che rappresenta il più alto fra i costi diretti della gestione consortile dei rifiuti di imballaggio.