«Litio, la guerra è vicina» La sfida per evitarla Iren punta al recupero delle materie rare

«Ci sarà una guerra sul litio, e sarà una guerra mondiale, per le batterie». Per evitare scenari come questo bisogna recuperare le materie prime rare, come litio, rame, platino, oro, cadmio, che l'Italia - come l'Europa e gli Stati Uniti - è costretta a importare.E c'è una realtà, italiana, che del recupero delle risorse è leader e sta per realizzare un impianto in Toscana che farà da apripista a un nuovo approvvigionamento. Dal tocco green.Iren, multiutility nei settori dell'energia elettrica, del gas, dell'energia termica per teleriscaldamento, dell'efficienza energetica e della gestione dei servizi idrici integrati, ambientali e tecnologici, è sempre più presente in Toscana. E proprio qui sta sviluppando progetti che vanno oltre il semplice recupero di quel che viene buttato via. Progetti che l'azienda definisce «strategici per il Paese».Ne ha parlato ieri a "Salviamo la Terra", in videocollegamento, il presidente, Luca Dal Fabbro. «Abbiamo appena ricevuto l'autorizzazione a costruire ad Arezzo un impianto per il recupero di metalli rari dalle schede Raee - ha spiegato al pubblico del Salone dei Cinquecento - Si tratta di una tecnologia innovativa sviluppata da una joint venture toscano-piemontese». Pronto fra un anno, sono previste almeno 30 assunzioni. «Oltre all'impianto vorremmo realizzare un polo di ricerca nazionale di riferimento per le materie critiche - ha aggiunto Dal Fabbro - e contiamo di assumere 20-30 ricercatori». E c'è di più. «Sarà un impianto sostenibile nel quale, per estrarre questi metalli, si userà la idrometallurgia, vale a dire l'acqua», ha aggiunto, il primo impianto del genere in Europa. «Fino a qualche anno fa - ha aggiunto Dal Fabbro - il recupero delle materie rare non era attenzionato. Oggi invece l'Unione europea si è accorta che Europa e Stati Uniti sono dipendenti da alcuni Paesi come l'Asia, il Sud America e un po' l'Africa».Ma perché tanta attenzione su queste materie? «Litio, rame, platino, oro, cadmio non servono solo a fare gioielli - ha spiegato Dal Fabbro - ma anche nell'etromeccanica di precisione, nell'industria della difesa, nella radaristica, nella dronistica, nel settore elettromedicale, nella difesa, nell'intelligence, nei supercalcolatori». In una parola, tutto quello che fa futuro. «Dipendere da Asia, Sud America e Africa non è una mossa strategicamente intelligente» ha spiegato Dal Fabbro. Non a caso a marzo l'Unione europea ha emesso il Critical Raw Materials Act, strategia per le materie prime critiche. Da lì Iren ha promosso uno studio, pubblicato a maggio, il primo in Italia su questo argomento. «Ci dice - ha spiegato Dal Fabbro - che si può recuperare il 20% di questi materiali recuperando le schede Raee». Schede che oggi vengono esportate - e questo costa - e con il risultato che i metalli recuperati poi restano all'estero. «Con Iren si recuperano in Italia e si creano prospettive di crescita dei territori», ha detto Dal Fabbro.Sotto la sue direzione sono partiti tre progetti: l'impianto ad Arezzo, il Polo integrato per l'economia circolare che sorgerà a Scarlino (Grosseto) e un sito di recupero materiali da pannelli fotovoltaici. «Oggi pensare allo sviluppo italiano, europeo e mondiale senza considerare la sostenibilità ambientale e sociale è impossibile e antistorico», ha spiegato Dal Fabbro. «Impostare l'economia su un pilastro etico, ambientale e sostenibile non è una cosa di moda: è una cosa che conviene. E conviene che al piano Mattei vada associato un piano di rigenerazione».E non c'è tempo da perdere. «Quanti di noi - ha chiesto Dal Fabbro - fanno la doccia calda la mattina? La maggior parte. E quanti cinesi la fanno? Se tutti la faranno, avranno bisogno 80 volte del gas che importano oggi, gas che arriva dalle nostre stesse fonti. E il prezzo salirà». E anche in questo caso, come per il litio, si profila una guerra del gas.«Quando mi dicono che siamo in crisi, che i prossimi anni saranno durissimi per l'Italia, io dico: attenzione alle Cassandre. Il nostro sistema industriale è il più resiliente d'Europa. Se riusciamo a fare sinergia tra piccola e grande impresa, creiamo un volano positivo verso l'industria della rigenerazione. Che è l'industria del futuro». 

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