«Trenta metri di spiaggetta a Porto Santo Stefano. Pulitissima, all'apparenza. E poi invece, guardando bene sul bagnasciuga, c'erano 40 dischetti appena spiaggiati e ancora carichi di vita raccolta fra le onde».Pulizie di primavera nei giorni scorsi da parte dei volontari di Clean Sea Life - una campagna di sensibilizzazione per la riduzione dei rifiuti marini che unisce subacquei, pescatori, diportisti, bagnini, bagnanti, ragazzi e tutti i cittadini nella difesa del mare - che, come in tante altre spiagge italiane, hanno fatto tappa a Porto Santo Stefano, in piazza delle Meraviglie. Raccogliendo, tra l'altro, numerosi dischetti che ancora si trovano in mare, diverso tempo dopo la prima segnalazione e la successiva scoperta della loro provenienza. «Ne stanno arrivando ancora - hanno scritto sulla pagina Facebook di Clean Sea Life -: ce n'era un'altra decina galleggiante, troppo lontani per poterli recuperare. E il solito campionario di ricordi dell'umanità affidati al mare: 103 cotton fioc, un rossetto, una quindicina di cannucce, due cialde del caffè, tappi e anellini di bottigliette, pezzi di accendini, frammenti di sacchetti di plastica, polistirolo, un ovetto Kinder, una paletta di gelato, la confezione di un dolcetto». Tanti oggetti di plastica, ma la lista potrebbe continuare. I volontari sono riusciti a trovare anche qualcosa che pare aver catturato in positivo la loro attenzione. «Fortuna c'erano anche un po' di cose naturali - proseguono -: tante Velelle (le barchette di San Pietro, una sorta di medusina) e diverse uova di razza, alcune schiuse, una predata. Ma almeno quello è il naturale ciclo della vita».