NEL 2012 in Italia è entrata in vigore una legge che vietava ai punti vendita di dare ai consumatori buste in plastica, sostituendole con buste biodegradabili e compostabili. Nel 2016 però la commissione europea ha chiesto all’Italia chiarimenti sul fatto che la legge attuata quattro anni prima non andasse contro alla direttiva degli imballaggi (94/62/CE) attuata venti anni prima e che non esplicitava la possibilità di vietare tali prodotti. In Italia quindi c’è stato un lungo dibattito parlamentare sul tema che non ha permesso di recepire la direttiva entro il novembre 2016, causando così l’apertura di una procedura d’infrazione da parte dell’UE nei confronti dell’Italia. Il nostro Paese si è quindi impegnato a trovare una soluzione al problema e alla fine si è arrivati all’approvazione del decreto Mezzogiorno il 3 agosto 2017 con il quale si impone, a partire dal primo gennaio 2018, l’uso esclusivo di plastica biodegradabile per i prodotti ortofrutticoli e sfusi. Il recepimento della direttiva 720 è stato quindi raggiunto con l’introduzione di alcune limitazioni: - divieto di vendita delle borse di plastica con spessori variabili a seconda degli esercizi commerciali - nessun limite sull’uso di sacchetti in plastica biodegradabile - tutte le borse fornite ai consumatori per l’asporto di prodotti indipendentemente dallo spessore dovranno essere pagate - per gli imballaggi necessari all’igiene dei cibi sfusi dovranno essere biodegradabili e compostabili e se con spessore inferiore a 15 micron a pagamento. In conclusione il recepimento della normativa ha fatto sì che gli imballaggi per i cibi sfusi e l’igiene debbano essere biodegradabili e a pagamento mentre quelli più spessi, necessari all’esclusivo trasporto delle merci, restano come prima e quindi non riciclabili e con il pagamento a discrezione del punto vendita. In seguito a quanto riportato precedentemente abbiamo deciso di fare un sondaggio tra la popolazione su cosa ne pensasse del decreto Mezzogiorno e ci siamo accorti che le persone si dividono in due grandi gruppi: quelli a favore delle modifiche apportate e quelli che preferirebbero una legge come quella entrata in vigore nel 2012. I primi affermano di concordare con il decreto per cercare si trovare un equilibrio fra la legge 94/62/CE e l’uso di borse biodegradabili. I secondi, invece dichiarano che secondo loro sarebbe meglio vietare la vendita di buste in plastica per la tutela dell’ ambiente.