Dal 2000 versati 7,4 miliardi di euro alle amministrazioni convenzionate l'Italia è il Paese in Ue più virtuoso, fatta eccezione per il Lussemburgo la carta al primo posto tra i materiali avviati a riciclo, poi vetro e legno D al 2000 al 2021 Conai ha complessivamente versato ai Comuni italiani 7,4 miliardi di euro. Nello stesso periodo di tempo, i rifiuti di imballaggio conferiti dai Comuni stessi sono passati da 614 mila tonnellate a 5,4 milioni di tonnellate. In questi dati è racchiuso il successo del Consorzio nazionale imballaggi, che ha di recente pubblicato il Rapporto di sostenibilità 2022 (relativo all'anno 2021), da cui emerge come il sistema creato dal Decreto Ronchi nel 1997 porti grandi benefici a tutti gli attori coinvolti e, soprattutto, all'ambiente. L'anno scorso, nell'ambito dell'accordo Anci-Conai, i Comuni italiani hanno conferito ai consorzi di filiera 5,5 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio e, in cambio, hanno ricevuto corrispettivi per 727 milioni di euro. «Per un soggetto no-profit come Conai, che nasce con specifici obiettivi di natura ambientale definiti dalla legge, l'aspetto determinante da verificare dal punto di vista economico è quello della capacità del sistema di sostenere i costi legati al suo funzionamento in termini di raccolta, riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio si legge nel Rapporto di sostenibilità Il valore economico destinato dal sistema Conai a supporto dell'attività di gestione dei rifiuti rappresenta oltre il 91% (corrispettivi per la raccolta differenziata, operazione per riciclo e recupero energetico) delle spese complessivamente sostenute dal sistema: al netto dei costi di gestione interni dei consorzi, nel 2021 ammonta a 1.188 milioni di euro». Tenendo conto anche del riciclo realizzato dagli operatori che non fanno capo a Conai, nel 2021 in Italia oltre 10,5 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio sono stati avviati a riciclo, mentre 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti sono stati destinati al recupero energetico. La carta rappresenta il 42% dei rifiuti di imballaggio avviati al riciclo, seguita da vetro e legno (entrambi intorno al 20%). Per il recupero energetico prevale invece l'incidenza della plastica, con il 69% dei quantitativi totali avviati a valorizzazione energetica (si tratta principalmente di plastiche miste oggi difficilmente riciclabili). L'82,6% dei rifiuti di imballaggio sono stati recuperati e al 73,3% è stata data una nuova vita. Si tratta di un valore in crescita rispetto al 73% del 2020, quando la crisi economica dovuta al Covid aveva rallentato l'attività economica e di conseguenza i consumi privati con i relativi imballaggi. Grazie a questa performance, l'Italia risulta essere il Paese più virtuoso del Vecchio Continente, fatta eccezione per il Lussemburgo che, data la sua estensione, non può però certo essere paragonato al nostro Paese. I risultati raggiunti acquistano ancora maggiore importanza se confrontati con gli obiettivi fissati da Bruxelles. Già oggi l'Italia supera di 8,3 punti percentuali il target complessivo per il riciclo degli imballaggi del 2025 (65%) e di 3,3 punti percentuali quello del 2030 (70%). Nel dettaglio, l'Italia recupera il 71,9% degli imballaggi in acciaio, a fronte di un target comunitario del 70% al 2025 e dell'80% al 2030. Per quel che riguarda l'alluminio, siamo già al 67,5%, ben oltre i150% fissato per i12025 e il 60% per il 2030. La carta si attesta all'85%, che è la soglia da raggiungere entro la fine del decennio, con il passaggio intermedio del 75% fra tre anni. Il legno è il materiale che vanta la performance migliore se parametrata agli obblighi comunitari: il riciclo è al 64,7%, contro il 25% fissato per il 2025 e il 30% per i12030. Il vetro, infine, fa registrare un tasso di riciclo pari al 76,6%, valore superiore sia al target del 2025 (70%) che del 2030 (75%). In valori assoluti, grazie al sistema Conai, l'anno scorso l'Italia ha recuperato 285 mila tonnellate di acciaio, 16 mila tonnellate di alluminio, 1,3 milioni di tonnellate di carta, quasi un milione di tonnellate di legno, più di mezzo milione di tonnellate di plastica, 140 mila tonnellate di bioplastica e 1,8 milioni di tonnellate di vetro. «Nel 2021 alla gestione consortile Conai è imputabile oltre i150% dei rifiuti di imballaggio complessivamente avviati a riciclo in Italia si legge nel rapporto Con riferimento ai singoli materiali di imballaggio, per vetro, plastica e acciaio, la gestione di Conai e consorzi rappresenta la maggioranza dei quantitativi avviati a riciclo a livello nazionale, mentre per legno, alluminio e carta più della mètà del riciclo passa dalla gestione indipendente, responsabile dell'avvio a riciclo del 48% dei rifiuti di imballaggio nel 2021. Va infatti ribadito il ruolo sussidiario della gestione consortile che interviene laddove il mercato, da solo, non garantirebbe gli obiettivi ambientali. Il restante 2% dei rifiuti di imballaggio è gestito invece dai sistemi autonomi attivi sulla filiera degli imballaggi in plastica (Conip Coripet Pari)». Da un punto di vista economico il riciclo e il recupero degli imballaggi che fanno capo a Conai ha generato un miliardo e 525 milioni di euro di benefici ambientali. Il valore economico della materia recuperata grazie al riciclo è stato pari a 614 milioni di euro; quello dell'energia prodotta avviando gli imballaggi non riciclabili a recupero energetico è stata pari a 10 milioni; l'indotto economico generato dalla filiera, invece, ammonta a 625 milioni. «Va infine aggiunto il valore economico dell'anidride carbonica non emessa grazie al riciclo calcolato sulla base di quanto definito dalla Direttiva 2009/33 del Parlamento Europeo, che è stato pari a 276 milioni di euro», scrivono gli esperti di Conai. Dalla nascita di Conai, nel 1998, l'Italia ha risparmiato complessivamente 188 milioni di, tonnellate di materiale primario grazie all'impiego di materia prima seconda ottenuta dai rifiuti avviati a riciclo dalle diverse filiere del consorzio e dagli operatori indipendenti. E, dettaglio ancora più importante, il risparmio è cresciuto anno dopo anno, passando dalle 4,2 milioni di tonnellate del 1998 alle 11,6 milioni di tonnellate dell'anno scorso. Sempre nell'arco di un quarto di secolo, il risparmio energetico derivante dal riciclo degli imballaggi è stato pari a 894 TWh, un valore pari a dieci anni di consumi elettrici delle famiglie italiane.