L'accordo siglato da Estra, SEI Toscana, Acea Ambiente e altre undici tra imprese ed enti, per la promozione della ricerca, innovazione e sviluppo nel campo dell'economia circolare e della sostenibilità ambientale, sembra il prologo di un'alleanza più forte sul settore della gestione dei rifiuti. Una sorta di prova generale in vista del risiko di società e di partecipazioni azionarie, che avrà il suo colpo di starter una volta che Unieco Holding ambiente sarà venduta definitivamente a una delle società che hanno manifestato interesse all'acquisto dal liquidatore. 11 contratto di rete di durata quinquennale prevede la realizzazione di attività volte al miglioramento di performance tecniche ed economiche in materia di economia circolare; il rafforzamento della capacità innovativa e produttiva a costi inferiori grazie al sistema delle economie di scala; il potenziamento di know-how e formazione professionale. «L'accordo conferma l'impegno del gruppo Estra a favore dell'economia circolare, intesa quale leva fondamentale di crescita e volano di sviluppo per le comunità per cui operiamo ha dichiarato Paolo Abati, direttore generale di Estra (nella foto) L'attenzione di Estra verso tali temi è coerente con la scelta di rafforzare il proprio ruolo di multiutility entrando nell'attività di gestione del ciclo dei rifiuti con le acquisizioni di Ecolat e dell'1,16% del capitale di Aisa». «Il contratto di rete è propedeutico alla prossima realizzazione di un centro di ricerca e sviluppo industriale sull'economia circolare, con un approccio multidisciplinare ha detto Marco Mairaghi, ad di Sei Toscana e rappresenta una vera novità nel panorama italiano. Siamo davanti a una rivoluzione culturale, ce lo impone l'emergenza ambientale, e dobbiamo imparare a lavorare in sinergia sia alla ricerca di nuove soluzioni tecniche, sia alla valorizzazione e alla crescita dei comportamenti virtuosi. Abbiamo già attivato, assieme ad alcuni dei partner firmatari del contratto, dei progetti di economia circolare che hanno ricevuto finanziamenti consistenti dal Mise».