Il Consiglio dei ministri ha approvato due giorni fa un disegno di legge denominato come ‘Salva Mare’, che recepisce e si ispira al progetto toscano ‘Arcipelago Pulito’. Fino ad oggi quello che i pescherecci accidentalmente recuperavano veniva rigettato in acqua, perché non si potevano riportare i rifiuti a terra. Ora i pescatori lo potranno fare, senza essere costretti a pagarne lo smaltimento o rischiare multe. C’è infatti la previsione di un deposito temporaneo di raccolta dei rifiuti presso i porti e la previsione di premi per i pescatori virtuosi. La Regione Toscana aveva tenuto a battesimo il progetto un anno fa nello spicchio di Tirreno davanti a Livorno coinvolgendo una locale cooperativa di pescatori, insieme a Legambiente, Guarda Costiera, Autorità portuale, Unicoop Firenze, società Labromare che gestisce la raccolta dei rifiuti nel porto e Revet che li ricicla. Il valore aggiunto, rispetto ad esperienze simili portate avanti in altri mari e in altre parti del mondo, stava proprio nell’aver saputo creare una filiera completa, dalla raccolta del rifiuto alla sua analisi e trattamento e, quando possibile, recupero in un impianto idoneo. Diciotto quintali di plastica raccolta in sei mesi dopo di che la sperimentazione era stata prorogata di altri quattro: che la soluzione e il modello virtuoso messo in moto fosse capace di portare risultati concreti lo si era visto subito. Solo da aprile 2018 fino allo scorso settembre sono stati raccolti, con una mezza dozzina di piccoli pescherecci, oltre 18 quintali di rifiuti, per un volume di oltre 24 mila litri. Su diciotto quintali, circa il 20 per cento è composto da plastiche riciclabili. Nelle reti a strascico dei pescatori si trovano bottiglie, fascette, sacche e buste. Ma c’è un po’ di tutto: ad aprile, in una delle prime uscite, i pescatori, anche della costa maremmana, avevano tirato su tra sanpietri e sugarelli, scampi, qualche sardina, rombi e un polpo ma anche il presunto sterzo di un motoscafo, una vecchia tanica e una torcia da sub. Oggetti a volte quasi nuovi, altri a pezzi, molti incrostati. Unicoop Firenze ha contribuito promuovendo eventi e iniziative di sensibilizzazione di soci e consumatori sul fenomeno e sui rischi dell’inquinamento marino da plastiche e Legambiente ha ricordato come un numero crescente di paesi si stia attrezzando per combattere l’inquinamento dell’immondizia in mare che riguarda anche l’Italia, come dimostrano i monitoraggi fatti sulle spiagge dai volontari e in mare dalla Goletta Verde.