Il Piano rifiuti è pronto Economia circolare ad alta tecnologia La mappa degli impianti

L’assessora regionale Monni è la regista della nuova politica «La svolta non può attendere, è responsabilità collettiva» Asse con Fossi: «No a prove muscolari, ma sintesi virtuosa»

Il piano per l’economia circolare della Regione Toscana è pronto: approderà in giunta e poi in consiglio. Pur essendo un piano dinamico (39 offerte di realizzazione di impianti giunte all’assessorato all’Ambiente guidato da Monia Monni in seguito all’Avviso pubblico di cui 8 finanziati Pnrr e 16 in fase di valutazione di impatto ambientale) si può definire lo scenario attuale. In prima fila c’è Alia Spa. Suoi questi progetti presentati: tre gassificatori (a Empoli che tanta protesta ha scatenato, Pontedera e Rosignano), procedimento autorizzativo (Via) non ancora iniziato; un impianto per il recupero di rifiuti apparecchi elettrici ed elettronici (Raee a San Donnino, Firenze, ex inceneritore) Via in corso; recupero rifiuti tessili (Prato, Baciacavallo) Via in corso; impianto per il recupero di rifiuti da carta e cartone (Pistoia, area del Dano) Via da marzo. E poi c’è in campo Retiambiente: impianto di valorizzazione di carta e cartone a Massarosa (Lucca) e un impianto di digestione anaerobica in località Pioppogatto. La piattaforma Iren a Scarlino (Grosseto) per recupero e riciclaggio di rifiuti non pericolosi. Sempre a Grosseto un impianto di digestione anaerobica (trattamento della frazione organica) realizzato dalla «San Lorenzo Green Power srl» e un impianto di trattamento dei rifiuti (urbani o derivanti) della Futura Spa. Aisa ad Arezzo realizzerà a San Zeno un impianto per la selezione di rifiuti di imballaggi. Impianto di Aer spa di digestione anaerobica per biometano da organico a Rufina (Firenze). Nella mappa anche un digestore anaerobico a Massa (Retiambiente) e un potenziamento degli impianti Revet a Pontedera. Nello scenario anche grandi colossi come Eni a Livorno.

TOSCANA Il Piano rifiuti è pronto

L’intervista all’assessore Monni

Assessora Monia Monni, ci siamo allora. Il piano di economia circolare della Toscana è all`ultimo giro di verifica. «È vero, siamo arrivati in fondo a un lavoro importante segnato da un ricco percorso di partecipazione con e nei territori che consegnerà al Consiglio regionale un Piano estremamente innovativo e articolato su cui lavorare nei prossimi mesi per arricchirlo e migliorarlo». In nome dell`economia circolare. «L`economia circolare è uno degli assi portanti della transizione ecologica e il mio obiettivo era gettare basi solide su cui costruire una svolta che, vista la crisi climatica in atto, non può attendere oltre». I capisaldi sono tutti confermati? Nuove tecnologie offerte dalle società per il massimo recupero di materia? «Sì tutti i capisaldi sono stati confermati e arricchiti sia dal percorso di partecipazione sia dagli indirizzi a suo tempo espressi dal Consiglio regionale. Ridurre la quantità di rifiuti prodotti, rafforzare le misure di prevenzione e riuso, massimizzare il riciclo e il recupero di materia e ridurre drasticamente il ricorso alle discariche. Per farlo serve il coinvolgimento della cittadinanza e impianti tecnologicamente avanzati che valorizzino al massimo i rifiuti. Ci sono, quindi, tutte le condizioni per rendere la Toscana una delle regioni più circolari e virtuose d`Europa». A quanti impianti date il via? E dove saranno realizzati? «Con lo strumento dell`avviso pubblico abbiamo raccolto 39 manifestazioni di interesse a realizzare impianti di riciclo e recupero in Toscana. Oggi sappiamo che quelle proposte sono la risposta concreta a chi vuole davvero realizzare l`economia circolare in Toscana. Di queste, 8 hanno ricevuto i finanziamenti del Pnrr e 16 hanno già avviato i necessari iter autorizzativi. Questi numeri sono già oggi la prova della bontà della scelta compiuta a suo tempo proprio con l`Avviso pubblico, che ha consentito di stimolare in particolare i gestori pubblici del servizio a fare proposte tecnologicamente avanzate e di portare sotto regia pubblica uno spazio di sviluppo (quello dei rifiuti speciali) rimesso dalle norme al libero mercato. Sul tema dell`impiantistica mi piace ricordare un adagio di Legambiente: rifiuti zero, impianti mille». Benefici per i cittadini sul fronte bollette e ambiente. Ci spieghi. «Abbiamo affrontato il nuovo Piano dell`Economia circolare guardando a quattro assi portanti: ambiente, sostenibilità economica, sviluppo occupazionale e legalità. Ambiente da tutelare. «Orientare il sistema di gestione dei rifiuti verso la riduzione, il riuso, il riciclo e il recupero significa scegliere di diminuire le pressioni sull`ambiente, ma se vogliamo emanciparci dalle discariche dobbiamo realizzare velocemente impianti tecnologicamente avanzati». Sostenibilità economica. «Pur dovendo ricordare che le bollette sono un tema di competenza dei Comuni, le scelte che stiamo facendo ci consentiranno di stabilizzarle ed evitare di incappare in procedure sanzionatorie da parte dell`Unione Europea. Dobbiamo avere chiaro che la scelta che stiamo compiendo oggi non si esaurisce nel breve termine, ma avrà effetti positivi sui prossimi 10/15 anni». Opportunità occupazionale. «Circolarità è sinonimo di economia collaborativa e nuove opportunità occupazionali. Lo sviluppo delle filiere di trattamento verso tecnologie innovative rappresenta una leva straordinaria per nuova e stabile occupazione». Legalità fondamentale. «Vogliamo rafforzare i nostri ar- gini rispetto ai tentavi di infiltrazione della malavita organizzata. I rifiuti non possono e non devono essere il business della criminalità, ma l`occasione di rilancio di un`intera comunità che sa tenere insieme le esigenze dell`oggi e le opportunità del domani». Il caso Empoli/Terrafino cosa ha insegnato? Non servono prove muscolari come dice il neo segretario dem Fossi, ma gli impianti andranno fatti da qualche parte. «Ho voluto impostare fin da subito questa svolta verso l`Economia circolare proprio rifuggendo da qualsivoglia logica muscolare. Con Emiliano condividiamo questa impostazione, che è figlia di un modo di intendere la politica come costruzione delle scelte dal basso e che pone al centro i percorsi di partecipazione, nella consapevolezza che in un certo momento si deve saper trovare la sintesi, anche se questa può condurre a scelte impopolari. Mancare oggi all`appuntamento dell`Economia circolare significa condannare la Toscana ad un modello insostenibile di gestione dei rifiuti». Spesso cova la paura frutto anche di ignoranza. «Comprendo che il cambiamento possa generare paura, ma la crisi climatica ci dice che è il tempo del coraggio. Certamente serve un`assunzione di responsabilità collettiva: la sfida di un`impiantistica più evoluta si vince o si perde tutti insieme, come classe dirigente diffusa di questa regione. Amministratori, politici, associazioni, ma anche tutti gli organismi intermedi che ci sollecitano ai tavoli generali, ma spariscono sul territorio quando le scelte vanno sostenute e difese. Il segretario dem Fossi è consapevole della strategicità di questa partita e del ruolo che il principale partito della maggiornaza può giocare e, sono certa, farà di questo percorso un investimento politico sul futuro».

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