Signorini sarà il nuovo ad di Iren ma Del Fabbro avrà tutte le deleghe

I pronostici della vigilia sono stati rispettati: ieri è arrivata la conferma che il manager scelto come amministratore delegato di Iren è il genovese Paolo Emilio Signorini. Anche se, a ben guardare, il timone dell'azienda resta nelle mani del presidente, Luca Dal Fabbro, che aveva assunto la guida quando, lo scorso giugno, Gianni Vittorio Armani aveva lasciato la multiutility del nord ovest per dirigersi in Enel. Dal Fabbro, solida esperienza nel settore, rosicchia parte delle deleghe che sarebbero spettate all'ad. Ed è una parte strategica, considerando che già ha tra i suoi incarichi le fusioni e acquisizioni. Ora si aggiungono anche una specifica responsabilità nell'area della finanza e delle relazioni con gli investitori, oltre al permitting e alle relazioni con le Autorità di regolazione. Ma Signorini perde anche la gestione del personale che va al vicepresidente, Moris Ferretti. Il nuovo ad sarà cooptato nel Consiglio di amministrazione durante la prossima seduta, prevista la prima settimana di settembre. La decisione di "commissariare" Signorini, ex presidente dell'Autorità portuale di Genova, arriva dopo una lunga discussione tra i sindaci del patto di sindacato Stefano Lo Russo (Torino), Luca Vecchi (Reggio Emilia) e Marco Bucci (Genova) sull'opportunità di scegliere un manager che non abbia mai avuto competenze specifiche nel settore energetico. Un elemento che avrebbe destato preoccupazioni tra gli azionisti. Ma la decisione finale spettava a Bucci (il capoluogo ligure detiene le maggiori quote di capitale di Iren, il 18,85%, contro il 13,8% di Torino e il 6,42% di Reggio Emilia) e il sindaco genovese ha mantenuto la sua prima scelta. La redistribuzione delle deleghe, invece, è un punto segnato a favore di Lo Russo che ha scelto e nominato Dal Fabbro e in questo modo garantisce una maggiore centralità quanto meno decisionale per Torino. Tutti soddisfatti, quindi? «Il confronto tra i sindaci si è svolto in un contesto di piena collaborazione, totale condivisione ed unità di intenti e di vedute circa il futuro dell'azienda», si legge nella nota diramata al termine del Comitato di sindacato. Signorini, aggiungono i sindaci, «sarà chiamato a portare avanti gli sfidanti obiettivi delineati dal Piano Industriale di Iren, che poggia sui pilastri della transizione ecologica, della qualità del servizio e dello sviluppo dei territori». Per farlo, avrà i diciotto mesi che restano prima dell'azzeramento delle cariche. E quanto riuscirà a portare a casa sarà il suo biglietto da visita per un eventuale bis. La sfida sarà anche inserirsi «in una consiliatura già avviata» ed è proprio questo il motivo ufficiale che ha spinto i sindaci a redistribuire le deleghe: l'obiettivo condiviso, infatti, è mantenere la stabilità in un momento di trasformazione i investimenti. La multiutility, infatti, ha chiuso il primo semestre del 2023 con ricavi consolidati pari a 3,2 miliardi e gli investimenti in crescita del + 12%, destinati allo sviluppo di rinnovabili, all'ampliamento del recupero di materia dai rifiuti, alla resilienza e alla qualità del servizio delle reti di distribuzione idrica ed elettrica e ai progetti di efficientamento energetico. E la nota del patto di sindacato mira a dissipare i timori anche su questo punto: «I sindaci, che hanno proceduto all'indicazione del nuovo ad in maniera collegiale e con assoluto senso di responsabilità verso l'azienda, consapevoli della strategicità di Iren per lo sviluppo dei propri territori, augurano buon lavoro al nuovo ad e a tutto il management». 

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