Iren scommette sulle miniere circolari

In tempi di risorse scarse, governi e imprese di tutto il mondo devono fare i conti con i prezzi delle materie prime che vanno alle stelle. Per fortuna, la soluzione è a portata di mano: si chiama economia circolare. In base al Criticai Raw Materials Act, emanato dalla Commissione europea a marzo 2023, entro il 2030 File dovrà soddisfare dall`interno il 65% del proprio fabbisogno, di cui almeno il 15% proveniente dal riciclo. I depositi di rifiuti dovranno dunque diventare le nuove miniere. Per l`Italia, questa percentuale potrebbe diventare molto più alta: nel 2040 il riciclo potrà soddisfare dal 2096 al 32% del fabbisogno italiano annuale di materie prime strategiche, superando il target del 15% fissato dalla Commissione, secondo uno studio Ambrosetti condotto in collaborazione con Iren. «Al 2040 l`economia circolare potrà soddisfare fino al 32% del fabbisogno annuo di materie prime strategiche in Italia. ben eserciterà un ruolo da protagonista in questo ambito, forte di un piano industriale che prevede 10,5 miliardi di euro d`investimenti al 2030, con l`obiettivo di diventare leader dell`economia circolare nel Paese», spiega il presidente, Luca Dal Fabbro. I risultati dell`analisi evidenziano come il fabbisogno odierno italiano di materie prime strategiche si attesti a circa 2.782 tonnellate, con il rame che rappresenta il 44% del totale. Al 204o, però, il fabbisogno è previsto crescere fino a u volte, nell`ipotesi di una specializzazione produttiva del Paese focalizzata sull`eolico e sul fotovoltaico e di una espansione tecnologica coerente con i target energetici europei. Ambrosetti ha stimato che in Italia saranno necessari 7 impianti per valorizzare i prodotti che contengono materie prime critiche, per un investimento complessivo di circa 336 milioni di euro. Obiettivi e iniziative dren potrà fornire un contributo sostanziale, grazie alla gestione diretta di circa 6o impianti di trattamento dei rifiuti in Italia, fra i quali anche delle linee innovative, come quella di Volpiano nel Torinese, che usano l`intelligenza artificiale per il recupero delle materie prime critiche dai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche», precisa Dal Fabbro. L`obiettivo della multiutility del Nord-Ovest è muoversi su tutto lo spettro dei recupero di materiali, `migliorandone l`efficienza attraverso processi sempre più innovativi. Fra le nuove acquisizioni di Iren c`è anche l`acquisto per 3,5 milioni della maggioranza di ReMat, start-up piemontese che ha sviluppato un processo innovativo per trasformare la filiera del poliuretano espanso, i cui scarti venivano prevalentemente smaltiti in discarica. Grazie al trattamento messo a punto dalla start-up, i componenti in poliuretano dei materassi sono rivalutati, permettendo di ottenere prodotti con performance tecniche comparabili a quelle del poliuretano nuovo. Un business con un notevole potenziale, considerando che in Italia si buttano circa 5 milioni di materassi ogni anno. Lo sviluppo dell`attività di ReMat rientra tra i progetti per cui ben ha ottenuto un finanziamento legato al Pnrr, che ammonta complessivamente a 76 milioni di euro nell`ambito dell`economia circolare. Da poco poi, è stato inaugurato a Vercelli l`impianto Circular Wood, che per la prima volta è in grado di produrre pallet per l`industria, quindi un prodotto finito, recuperando il legno di scarto proveniente da vecchi mobili, cassette, cestini e simili. L`impianto da 58 milioni di euro impiega 4o addetti ed è in grado di processare no.000 tonnellate all`anno di rifiuti per produrre 750.00o pallet e circa 135.00o metri cubi di pallet block a regime. A Gavassa, in provincia di Reggio Emilia, è stato invece inaugurato uno dei più grandi impianti di riciclo dei rifiuti provenienti dalla raccolta dell`organico, grazie a un investimento di 75 milioni perl`economia circolare del territorio. A regime, l`impianto sarà in grado di trattare 167mila tonnellate di rifiuti organici e di produrre 9 milioni di metri cubi di biometano all`anno, 53mila tonnellate di compost di qualità e io.000 tonnellate di CO2 food grade per usi industriali.

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