Guanti e mascherine gettati per terra «Io ne spazzo via anche 100 al giorno»

Guanti e mascherine gettati per terra ovunque; ecco le nuove discariche ai tempi del Covid, scenario usuale or- mai per gli operatori che effettuano pulizia in tutta la città. Fabrizio Manetti, 46 anni dipendente di Sei Toscana, ogni mattina è in servizio con il macchinario aziendale e si imbatte in discariche diffuse di guanti e mascherine. Ne trova un centinaio al giorno, solo lui; quando entrano in servizio i colleghi è la stessa musica. Giorni fa ha scattato una foto: si vede la spazzatrice che incrocia un guanto azzurro. «Non è vero che non si trovano più guanti e mascherine dice lui amareggiato Se ne trovano in quantità smisurata, pure gratuitamente, nelle migliori strade della nostra città. E per giunta lasciate spontaneamente da tanti volenterosi cittadini. Un sentito grazie per tanta generosità». Fabrizio è un "autista polivalente" al servizio di Sei. In alcune settimane è impiegato al servizio spazzatrice, in altre al camion della raccolta rifiuti. «Quello che si nota tutti i giorni in questo periodo è l'abbandono irresponsabile e incivile di mascherine e guanti, ogni mattina: il servizio con la spazzatrice inizia alle 5, 30 del mattino. Quando un cittadino esce a fare la spesa, già sono passate per noi 3 ore di lavoro in cui abbiamo raccattato di tutto, specie questi rifiuti appunto». Protezioni gettate via (chissà poi se sono infette). E non basta un giro di pulizia. A volte ne serve un altro. «Qualche mattina fa ero appena passato in piazza del Risorgimento. Avevo pulito con la spazzatrice la rotatoria e dopo un minuto ho visto un automobilista che con la mano buttava fuori dal finestrino i guanti. Come quando buttano giù la cicca. Ora però c'è il coronavirus... Ho dovuto rifare il giro daccapo». Si trovano più guanti o più mascherine? «Più guanti risponde lui Forse perché le mascherine spesso si disinfettano o lavano mentre i guanti sono più usa e getta. . ». E quali le zone più sporche? «Purtroppo succede ovunque, non c'è una zona specifica: la città è piena». L'operatore di Sei passa con le spazzole. «I rifiuti che si trovano per strada, in mezzo alla carreggiata, li aspiriamo con la macchina dice Molte volte però sono nelle aiuole e allora scendiamo, tiriamo un "calcio" per spostarli, prendiamo la scopa, li avviciniamo al macchinario per farli aspirare.. ». Insomma, disagi e sporcizia che potrebbero essere evitati e che appesantiscono anche il lavoro degli operatori. Massimo Frescucci gestisce l'edicola dell'ospedale ed è un testimone quotidano. «L'ignoranza, l'inciviltà e la caparbietà prevalgono sempre sull'educazione anche in questi momenti», scrolla le spalle. Per terra, nei pressi del Misericordia, quasi ogni giorno incontra guanti e mascherine monouso gettati via, anche accanto ai cestini (vedi in foto). Le scale, l'imbocco del parcheggio oltre la strada, il monumento a Padre Pio nel parco dell'ospedale sono le zone più critiche dove tutti i giorni affiorano questi nuovi detriti dell'era coronavirus. «L'impressione racconta Frescucci è che vi siano persone che una volta uscite dall'ospedale si vogliano liberare il prima possibile di queste mascherine che sentono come una costrizione, ma che invece dovrebbero avvertire come un beneficio e una protezione contro il virus». L'uso di gettare per terra questi prodotti usati è un fenomeno diffuso in città, ma intorno all'ospedale acquista un senso peggiore. «L'ospedale Misericordia è presidio Covid, dunque una buona percentuale di persone che vi transita ha contatti con l'area Covid. Mascherine e guanti gettati per terra potrebbero essere infetti», dice Massimo che in queste mattine ha avvistato e fotografato in terra anche i bracciali numerati che gli utenti mettono al check point all'ingresso dell'ospedale.

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