A Monte San Savino la lotta allo spreco alimentare si coniuga con la solidarietà

E’ stato firmato ieri a Monte San Savino il protocollo di intesa “Viva la bontà..abbasso lo spreco!” che recupera e destina a fini sociali il cibo che non viene consumato nelle mense scolastiche. Un progetto innovativo ideato dal Comune e sottoscritto insieme con Cir Food, società che gestisce il servizio mensa, l’Istituzione Scolastica e le associazioni di volontariato che operano nel territorio savinese. Un progetto che coniuga la lotta allo spreco alimentare alla solidarietà e all’assistenza delle fasce più deboli e bisognose della popolazione. Fulcro del progetto il nuovo centro cottura inaugurato sabato alla scuola primaria «Magini» e che torna dopo oltre vent’anni e che ora può essere messo a disposizione non solo delle scuole, ma delle fasce bisognose della popolazione. Il protocollo, al quale hanno aderito anche l’associazione Arca, Arci–Circolo Ciaperoni, Croce Bianca, Croce Rossa e Misericordia, si propone di raccogliere le eccedenze alimentari delle mense delle scuole savinesi destinandole, con la collaborazione delle associazioni, a soggetti indigenti individuati in base a precisi criteri dai servizi sociali. Lo spreco alimentare in Italia rappresenta un problema significativo, ogni anno nel Belpaese più di 5milioni di tonnellate di cibo viene gettato via. Ognuno di noi in media ne spreca circa 150 chili, per un valore pari a quasi 7 euro a settimana e a 370 euro l’anno. Con questi numeri lo scorso 5 febbraio si è celebrata la Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare, istituita a partire dal 2014, per porre l’attenzione su un fenomeno che ogni anno getta letteralmente nel cassonetto circa 16 miliardi di euro di cibo commestibile, pari all’1% del prodotto interno italiano. Per arginare questo fenomeno, lo scorso agosto è stata approvata la legge per la limitazione degli sprechi, nota anche come Legge Gadda, con la quale in sostanza sono state introdotte misure che tentano di snellire tutte le procedure burocratiche che fino a oggi rendevano difficoltoso donare i prodotti alimentari invenduti. E’ ad ogni modo evidente come una simile problematica non si possa arginare esclusivamente con una legge, ed ecco perché sempre più amministrazioni nella Toscana del sud hanno promosso politiche atte a incentivare comportamenti virtuosi, e messo in pratica azioni concrete di sensibilizzazione e di educazione ambientale. Fra queste spiccano quelle realizzate in collaborazione con il gestore Sei Toscana, prima fra tutte "RI-Creazione", il progetto di educazione ambientale che quest'anno coinvolgerà quasi ottomila studenti delle scuole primarie e secondarie dei comuni della Toscana del sud.

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