Gas, energia e rifiuti: le utility italiane stanno benone. Presentato il VI report Top Utility

Se c’è un pezzo di economia italiana che funziona, sono le utility. Dall’acqua, all’energia, ai rifiuti le società di pubblica utilità sembrano godere di ottima salute. Le 100 top utility italiane nel 2016 fatturano 115 miliardi, registrano ricavi complessivamente in crescita e dati in miglioramento anche nella comunicazione e nei rapporti con il territorio. Investono in digitalizzazione e in nuovi servizi e si preparano alla transizione energetica verso le rinnovabili e l’efficienza. Lo dice l’ultimo rapporto Top Utility 2018, realizzato da Althesys, presentato questa mattina a Milano. Lo studio ha passato in rassegna le maggiori 100 utility italiane, fra cui Sei Toscana, verificandone fatturato, qualità dei servizi offerti, volume di investimenti e capacità di comunicazione con la clientela. Il rapporto certifica come le 100 maggiori utility attive in Italia nei settori dell’energia elettrica, del gas, del servizio idrico integrato e della raccolta dei rifiuti urbani nel 2016 hanno generato un valore della produzione aggregato di poco superiore a 115 miliardi di euro, pari a quasi il 7% del Pil italiano, con i ricavi che segnano una crescita dell’1,2% rispetto all’anno precedente. Quanto agli investimenti, nel 2016 le utility hanno investito complessivamente in impianti, infrastrutture, reti ed attrezzature poco più di 4,6 miliardi di euro (pari allo 0,3% del Pil). “La ricerca – spiega Alessandro Marangoni, ceo di Althesys e direttore di Top Utility – mostra un settore in profonda trasformazione, che sta investendo molto nelle nuove tecnologie e che è molto più innovativo di quanto i consumatori percepiscano. Sostenibilità, digitalizzazione, miglioramento delle performance operative sono le aree nelle quali le maggiori utility stanno lavorando di più. E i risultati si vedono: nel ciclo rifiuti la raccolta differenziata cresce in media di cinque punti percentuali sul 2015, attestandosi al 58%, rispetto alla media nazionale del 52,5%. A questo risultato concorre anche l’adozione di sistemi porta a porta come modalità prevalente di raccolta (68% delle aziende del Top 100). Nonostante tutti questi dati incoraggianti, l’indice di soddisfazione dei clienti è tuttavia un po’ più basso, per la prima volta in quattro anni, passando da 85,07 nel 2015 a 82,05 nel 2016.

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