Sfalci e potature: via libera del Senato a recupero energetico in impianti a biomasse

Nell’annosa querelle tra compostatori e aziende che recuperano energia da biomasse per assicurarsi gli sfalci e potature da verde urbano, l’hanno spuntata alla fine i secondi. Nel Collegato Agricoltura approvato a larghissima maggioranza dal Senato, c’è infatti un articolo che esclude gli scarti della manutenzione del verde -pubblico e privato - dalla disciplina rifiuti, qualificandoli invece come sottoprodotti utilizzabili negli impianti a biomasse. Una bella opportunità per le imprese aderenti a Fiper (Federazione Italiana Produttori di Energia da fonti Rinnovabili) perché, come ha dichiarato il presidente Walter Righetti “apre nuovi scenari di impiego industriale: dalla produzione di energia rinnovabile alla chimica verde nell’ottica europea di promozione dell’economia circolare” e “ trasforma la gestione di questa biomassa da costo di smaltimento a vendita sul mercato con relativo ricavo”. Un bel problema invece per i comuni e per le imprese che gestiscono i rifiuti che “avranno solo svantaggi e complicazioni” come ha dichiarato il Delegato Energia e Rifiuti dell'Anci Filippo Bernocchi. Non essendo più gli sfalci e potature classificati come rifiuti urbani, non sussiste dunque l'obbligo di raccolta da parte dei comuni, né tantomeno di contabilizzarli nella quota delle raccolte differenziate, così come previsto anche nelle recenti linee guida del Ministero dell’Ambiente: una complicazione non certo banale per i Comuni e per le imprese di gestione dei rifiuti. L’Anci e il Cic (Consorzio Italiano Compostatori), contrari all'esclusione dalla disciplina dei rifiuti delle potature del verde urbano, avevano chiesto lo stralcio dell'articolo in questione motivandolo con molte argomentazioni, tra cui il fatto che fosse in netto contrasto con la normativa europea, prima ancora di quella nazionale: l’articolo 3 della Direttiva europea 2008/98/CE relativa ai rifiuti annovera chiaramente tra i rifiuti organici “i rifiuti biodegradabili di giardini e parchi”, attualmente recuperati organicamente mediante compostaggio contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di riciclo imposti dalle norme. E non stiamo parlando di poche quantità: gli sfalci e potature da giardini, parchi e aree cimiteriali raccolti in Italia attraverso le raccolte differenziate nell’anno 2014 sono stati pari a 1.700.000 ton. (dati ISPRA) e – fanno notare Anci e Cic - non vengono smaltiti bensì recuperati organicamente mediante compostaggio con costi mediamente inferiori a € 30/tonnellata. Tra l’altro la frazione legnosa, la sola utilmente impiegabile dalle centrali a biomassa, rappresenta circa il 20 % del totale, corrispondente a circa 340.000 tonnelate a cui vanno naturalmente sottratti i materiali estranei (plastiche, vetri, carte, metalli, terra e inerti) con percentuali che variano dal 2-5 %. L’altro 80%, essendo inidoneo alla combustione, è difficile ipotizzare che fine potrebbe fare, ma quel che è certo, ne risulterebbero ulteriori costi per garantirne il corretto trattamento.

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