Come da programma il 2 dicembre la Commissione europea guidata da Jean-Claude Junker ha adottato il pacchetto di norme per indurre l’Europa verso la transizione all’economia circolare: un’economia volta al minor spreco di materie prime ed a metabolizzare al loro posto gli scarti che produce, grazie ad un maggior ricorso al riutilizzo e al riciclaggio. Il pacchetto comprende alcune proposte legislative riviste sui rifiuti - per aumentare il riciclaggio e ridurre il collocamento in discarica - nonché un piano d'azione globale che stabilisce misure per affrontare tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto: dalla produzione al consumo fino alla gestione dei rifiuti e al mercato delle materie prime secondarie. Il piano d'azione include anche azioni mirate in specifici settori o flussi di materiali, come la plastica, gli sprechi alimentari, le materie prime essenziali, la costruzione e la demolizione, la biomassa e i bioprodotti oltre a misure orizzontali in settori come l'innovazione e gli investimenti. Il pacchetto proposto dalla Commissione rappresenta, nelle intenzioni, la più importante normativa ambientale varata dall'Unione negli ultimi anni, con risparmi pari a 600 miliardi di euro previsti per il settore produttivo ed un taglio annuale di circa 2-4 % delle emissioni climalteranti. Le azioni previste saranno finanziate dai fondi Strutturali e di Investimento europei (SIE), da 650 milioni di euro provenienti da Horizon 2020 (il programma di finanziamento dell’UE per la ricerca e l’innovazione), da 5,5 miliardi di euro provenienti dai fondi strutturali per la gestione dei rifiuti e mediante investimenti nell’economia circolare a livello nazionale. Nella fase di produzione le misure e gli incentivi previsti sono tesi a migliorare la progettazione del prodotto per facilitare il riciclaggio e consentire la fabbricazione di manufatti più facili da riparare o più durevoli, risparmiando così materie prime, e riducendo la produzione dei rifiuti, promuovendo l'innovazione e offrendo ai consumatori prodotti migliori e meno costosi da usare. Nella direttiva Ecodesign, infatti, verranno inseriti criteri di durevolezza, riciclabilità e riparabilità negli elettrodomestici prodotti e venduti in Europa, così da combattere il fenomeno della obsolescenza programmata. A fianco alle misure che indicano criteri di efficienza nella fase di produzione per ridurre gli scarti, un elemento decisivo per realizzare un'economia circolare è dato dalla trasformazione dei rifiuti in risorse, e da qui discendono le misure previste per la gestione dei rifiuti. Con questo approccio, nel pacchetto è fissato l'obiettivo di riciclo dei rifiuti urbani al 65% entro il 2030 (era al 70% nella precedente proposta della Commissione Barroso poi ritirata dall’attuale Commissione Junker); l'obiettivo di riciclo dei rifiuti di imballaggio al 75% entro il 2030 (era all’80%) e un obiettivo vincolante di collocamento in discarica di tutti i rifiuti (compresi rifiuti riciclabili o compostabili) al 10% entro il 2030 (era il 5% al netto di quelli riciclabili o compostabili). La raccolta separata della frazione organica dovrà essere organizzata ovunque entro il 2025 laddove si dimostri tecnicamente, economicamente ed ambientalmente possibile.
Per ottenere questi obiettivi la Commissione prevede di rafforzare la collaborazione con gli Stati membri per migliorare concretamente la gestione dei rifiuti; semplificare e migliorare le definizioni della terminologia relativa ai rifiuti e armonizzare i metodi di calcolo; garantire che i fondi strutturali siano usati per sostenere gli obiettivi previsti, tenendo presente la gerarchia UE dei rifiuti (che fissa un ordine di priorità in base ai migliori risultati ambientali: dalla prevenzione allo smaltimento mediante collocamento in discarica, passando per la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero energetico); proporre criteri minimi relativi a un regime di responsabilità estesa del produttore, che preveda di ricompensare i produttori che commercializzano prodotti più verdi e ne incoraggiano il recupero e il riciclaggio alla fine del ciclo di vita. Il pacchetto prevede inoltre misure atte ad incentivare la trasformazione dei rifiuti in materie prime secondarie, affinchè possano essere a tutti gli effetti materiali usati nella produzione. Il recupero energetico dei rifiuti per cui non è possibile il riciclo, rimane di norma preferibile al collocamento in discarica, sia sotto il profilo ambientale che economico. La Commissione esaminerà come ottimizzare la termovalorizzazione - senza compromettere il potenziale di realizzazione di tassi di riutilizzo e di riciclaggio più elevati - e come sfruttare al meglio tale potenziale energetico.