Cop21 Parigi: tra speranze e perplessità ecco come prova a cambiare il mondo

Cop21 Parigi: tra speranze e perplessità ecco come prova a cambiare il mondo

Dopo anni di negoziati la Conferenza Onu di Parigi ha approvato uno storico accordo sul clima: per la prima volta hanno partecipato rappresentanti da tutto il mondo e per la prima volta più di cento paesi (compresa UE, USA e Canada) hanno concordato sulla necessità di mantenere l’aumento della temperatura globale sotto i 2°C. Non c’è invece una data per il raggiungimento del picco delle emissioni, ma si auspica solo che questo venga raggiunto nel periodo più breve possibile. Per questi motivi l’accordo di Parigi è stato salutato da molti in maniera trionfante, mentre da altri è stato giudicato non proprio soddisfacente, ma il dato che si può registrare è che l’accordo c’è.

«Devo battere con il martello, è un piccolo martello, ma credo possa fare grandi cose», ha commentato il presidente della Cop21, Laurent Fabius, dopo l’approvazione di quello che Francois Hollande ha definito «un accordo che vale per un secolo». Siamo nella storia, e a questa storia ha contribuito anche l’Italia», ha invece commentato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti mentre per Barack Obama è stato un risultato «enorme».

La Cop21 si è chiusa così con toni trionfalistici, dopo settimane di trattative a volte estenuanti, tra applausi, abbracci, pacche sulle spalle, strette di mano, sorrisi. Ma ben presente è stata ed è tutt’ora anche la molta perplessità di quanti si aspettavano e pretendevano qualcosa in più.

La sensazione, in molti, è che non tutti i problemi abbiano trovato una soluzione, che siano rimaste questioni non chiarite del tutto, e soprattutto che non vi sia la garanzia del raggiungimento degli ambiziosi obiettivi prefissati. “L'accordo sul clima è un passo in avanti rispetto al momento storico ma c'è da fare di più" ha dichiarato Legambiente. Nel testo infatti non compaiono più cifre sulla effettiva quantità di emissioni da ridurre e di fatto “non obbliga nessuno a rispettare ciò che promette” come ha detto Alberto Zoratti, presidente dell’Ong italiana Fairwatch e presente alla Cop di Parigi. L’accordo non prevede poi sanzioni per chi non rispetta gli impegni presi, e le verifiche del raggiungimento degli obiettivi rimangono interne ai Paesi. WWF ha ricordato che "la Cop21 può essere finita ma l'azione sul clima è appena iniziata". Anche secondo Greenpeace l’accordo è stato “depotenziato” rispetto alle loro aspettative, aggiungendo che comunque in questo modo le società petrolifere e i produttori di carbone vengono messi “dal lato sbagliato della storia”.

Alcuni punti cruciali dell’accordo

- Riscaldamento Globale

L’articolo 2 dell’accordo fissa l’obiettivo di restare al di sotto dei 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali, con l’impegno a cercare di limitare l’aumento di temperatura fissandolo a 1,5 gradi.

- Obiettivo a lungo termine sulle emissioni

L’articolo 3 prevede che i Paesi «puntino a raggiungere il picco delle emissioni di gas serra il più presto possibile», da quel momento «le emissioni dovranno quindi diminuire rapidamente per arrivare nella seconda metà del secolo a un equilibrio tra le emissioni e il loro assorbimento».

- Verifiche e revisione degli impegni

L’articolo 4 prevede che tutti i Paesi debbano "preparare, comunicare e mantenere" degli impegni, revisionati regolarmente e che "rappresentino un progresso" rispetto a quelli precedenti. La prima verifica dell'applicazione degli impegni è fissata al 2023, gli altri avverranno ogni 5 anni.

- Fondo da 100 mld di dollari

I paesi più ricchi e industrializzati erogheranno cento miliardi all’anno dal 2020 per sostenerne lo sviluppo e fronteggiare le conseguenze del cambiamento climatico già in atto.

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