Cala la produzione dei rifiuti speciali, ma rimane sempre quattro volte quella degli urbani

Per effetto della crisi economica cala nel 2013 la produzione dei rifiuti speciali in Italia di quasi 2 milioni di tonnellate scendendo, tra il 2012 e il 2013, dell’1,5% e passando da quasi 133,6 milioni di tonnellate a 131,6 milioni di tonnellate. Questi i dati presentati dall’ISPRA a fine luglio nella XIV edizione del Rapporto Rifiuti Speciali, che si riferisce all’anno 2013. Nonostante questa importante diminuzione la produzione dei rifiuti speciali (confrontandola con i dati dello stesso anno) rimane sempre quattro volte quella dei rifiuti urbani. Leggendo i dati del rapporto emerge che nella produzione diminuiscono sia rifiuti pericolosi (-2,6%) che in totale ammontano a quasi 8,7 milioni di tonnellate, sia quelli non pericolosi (-1,4%) soprattutto per effetto dell’ulteriore consistente calo dei rifiuti generati dalle attività di costruzione e demolizione, che rimane comunque il settore al primo posto come produttore di rifiuti non pericolosi (39,8% del totale di rifiuti non pericolosi prodotti, quasi 49 milioni di tonnellate) seguito da quello del trattamento di rifiuti e di risanamento (30,6 milioni di tonnellate) e da quello manifatturiero (30,4 milioni di tonnellate) con percentuali del 25% circa per entrambe. Il settore manifatturiero, con quasi il 40% del totale (circa 3,4 milioni di tonnellate) è anche quello dove si ha la maggior produzione di rifiuti speciali pericolosi. Riguardo alla gestione emerge che nel 2013 i quantitativi gestiti sono pari a 129,9 milioni di tonnellate, comprensive degli stoccaggi prima dell’avvio ad operazioni di recupero/smaltimento, che riguardano circa 13 milioni di tonnellate. A questi se ne aggiungono oltre 8 milioni di tonnellate derivanti dal trattamento di rifiuti urbani e computati nel ciclo di gestione di quelli urbani. La forma di gestione prevalente di dei rifiuti speciali non pericolosi consiste nel recupero di materia che riguarda oltre 82,2 milioni di tonnellate (74,9% del totale) mentre per gli speciali pericolosi la forma di gestione prevalente (51,8% del totale gestito) è rappresentata da “altre operazioni di smaltimento”. Considerando il quantitativo totale dei rifiuti speciali prodotti, il recupero di materia è comunque la principale tipologia di gestione adottata per oltre 84 milioni di tonnellate e rappresenta il 64,7% del totale ( a fronte di una media europea del 45,7%), seguita dalle altre operazioni di smaltimento con il 14,5% e lo smaltimento in discarica con l’8,4%, che risulta diminuito nel 2013 del 4,4%. Interessante il confronto con gli altri paesi dell’Unione Europea dove la media dello smaltimento in discarica del totale dei rifiuti speciali prodotti è pari al 42,3% ponendo, una volta tanto, il nostro paese in una posizione al pari di paesi più virtuosi nella gestione dei rifiuti. Circa 3,4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di cui 2,4 milioni non pericolosi ed 1 milione di pericolosi, vengono infine trasportati all’estero; la gran parte sono rifiuti provenienti da impianti di trattamento e sono inviati principalmente in Germania. Significativa la diminuzione dei rifiuti speciali – pericolosi e non - destinati alla discarica pari a 500 mila tonnellate in totale rispetto al 2012, su circa 11 milioni di tonnellate, di cui la gran parte (437mila tonnellate) nella macroarea del Centro, dove si registra dunque il dato più significativo. Nella macroarea del Centro Italia, dove si producono complessivamente 22,6 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, i maggiori valori di produzione si riscontrano in Toscana con quasi 10 milioni di tonnellate (43,9% della produzione dell’intera macroarea) di cui 500 mila tonnellate (pari al 40,9%) sono rifiuti pericolosi su un totale di oltre 1,2 milioni di tonnellate generate dall’intera macroarea. Del totale prodotto, in Toscana sono avviate ad operazioni di recupero 6,8 milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi mentre 3,7 milioni di tonnellate sono smaltiti in discarica.

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