«Le alternative? L’inceneritore,o l’inceneritore»

.«Bene la raccolta differenziata, ma non basta. Mettiamo che dall’attuale 53% arriviamo al 70% prospettato dalla Regione: ma cosa ci facciamo con il restante 30%?». Andrea Sbandati è il direttore di Cispel Toscana, l’associazione di categoria delle aziende dei servizi pubblici. Insomma è un tecnico e rivendica il suo ruolo operativo, non politico.La Regione dice: entro il 2021/2022 le discariche avranno problemi ad accogliere rifiuti. Cosa si può fare in tre anni per evitare l’emergenza?«I nuovi impianti di termovalorizzazione previsti dal piano regionale dei rifiuti, tenendo aperti quelli già esistenti».Il governatore ha stralciato l’impianto di Case Passerini. Quali sono le alternative?«Tecnicamente, o portiamo i rifiuti fuori dalla Toscana o nelle discariche».La Regione vuole essere autosufficiente e non sembra gradire l’ingrandimento delle discariche. Quindi?«Che le devo dire... Delocalizziamo l’inceneritore di Case Passerini?».Cioè lo facciamo in un altro luogo?«Ragiono per ipotesi astratte, non sono un politico. Certo sarebbe assurdo portare l’impianto della Piana fiorentina a Pontedera, per dire...»Rossi propone il biodigestore anaerobico al posto del termovalorizzatore.«Non risolve il problema creato dal no a Case Passerini. Il biodigestore lavora sulla frazione organica in forma differenziata, insomma sul rifiuto umido, da cui produce compost e gas. È un capitolo della raccolta differenziata, non dell’indifferenziata. E su questo non è possibile una discussione politica: è un dato di fatto».Il governatore vuole portare la differenziata al 70% in tre anni. È possibile?«Sì, è fattibile: la media toscana è il 53%, in tre anni possiamo farcela. Ma resta un punto: una volta che hai differenziato il 70%, cosa fai col restante 30%?».L’obbiettivo della Toscana è portare solo un terzo di quel 30% in discarica.«Giusto: ma il restante 20% dove lo mettiamo?»

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