Arezzo, miniera urbana: è l'immagine della città come è stata letta e proiettata nell'aula magna dell'Università di Padova davanti agli esperti di tutto il mondo di recupero integrale dei rifiuti.A presentarsi in cattedra al Sum, il Simposio internazionale sull'urban mining, appunto sulla "miniera urbana", pilastro dell'economia circolare il cui pacchetto normativo è stato approvato un mese fa dall'Unione Europea, è stato Marzio Lasagni, direttore generale di Aisa Impianti che nella sua relazione ha descritto il processo di recupero dei rifiuti dell'impianto di San Zeno quale fonte di materia prima. "Non è per caso - spiega Giacomo Cherici, presidente di Aisa impianti che il polo di San Zeno sia stato scelto come modello per un evento internazionale come il Sum. Arezzo, con Aisa impianti, ha in realtà, nel suo territorio, uno dei pochissimi impianti italiani a recupero integrale di rifiuti urbani". Passa perfino in secondo piano la raccolta differenziata. "Che resta - dice Cherici - il primo tassello per l'estrazione del materiale della miniera urbana, ma non hasenso farla se poi non si dispone di impianti dove recuperare la materia limitando anche i costi del trasporto, senza i quali non può avvenire l'estrazione delle risorse del rifiuto. E l'impianto di San Zeno copre una vasta area nella quale svolge il ruolo di secondo pilastro, dopo quello della raccolta differenziata, dell'economia circolare dei rifiuti. Una economia fatta di risorse sotto forma di materia ed energia, con la selezione meccanica, la centrale di recupero energetico".Ma la relazione di Marzio Lasagni letta e descritta a Padova, e già prenotata dagli organizzatori del Sum per repliche in Paesi come il Libano, l'Iran e Israele, proietta il polo di San Zeno anchenel futuro."Aisa impianti - dice Cherici - sta progettando di estrarre bio metano dai rifiuti organici prima del compostaggio ed è già pronta alla sfida della produzione di calore sufficiente per circa ventimila metri di serre. Ed è siglato l'accordo con l'Università di Firenze e il Consorzio italiano compostatori per studiare le tecnologie in grado di estrarre il biometano dal biogas prodotto dalla digestione anaerobica dei rifiuti organici con un alto grado di purezza, comunque con l'abbattimento dei gas serra di scarto. E intanto la linea di selezione è già una fabbrica di materia, in grado di separare la totalità delle plastiche nobili, del metallo e del vetro anche da flussi differenziati".Per tutto questo e per rispondere alla necessità di differenziare la frazione organica prodotta in tutto il territorio aretino, servirà un investimento di otto milioni di euro. "Ma - sottolinea Giacomo Cherici - con l'organizzazione integrale di cui già dispone il polo impiantistico di San Zeno, l'investimento avrà un ritorno immediato nelle tasche di cittadini con l'abbattimento delle tariffe di trattamento e trasporto dei rifiuti".