La quarantena e lo stop delle attività hanno fatto sì che negli ultimi due mesi in strada circolassero solo medici e sanitari, forze dell’ordine e operatori dei servizi ambientali. Gli eroi al tempo del coronavirus. Perché raccogliere rifiuti e pulire strade in tempi di pandemia è divenuto un servizio essenziale per chi ne beneficia, quanto rischioso per chi lo fa. E così Sei Toscana, fino a ieri al centro delle polemiche, si è scoperta azienda protagonista dell’emergenza e propedeutica alla ripartenza. «Stiamo riscontrando l’apprezzamento dei cittadini – dice l’amministratore delegato Marco Mairaghi –. Il nostro servizio è ora più che mai di interesse pubblico. E in risposta Sei Toscana intende dare il suo contributo per la ripresa dell’economia. Così sono arrivati gli interventi di sanificazione sul suolo pubblico ed è nato l’accordo con Confindustria per l’igienizzazione dei locali e delle apparecchiature delle imprese che riapriranno». Mairaghi aggiunge: «Giovedì in Cda vorrei proporre la possibilità di fare interventi di sanificazione gratuiti a beneficio delle associazioni di volontariato e in seguito anche per altre aziende pubbliche». Come è cambiato il servizio rifiuti in questi due mesi? «Si è adattato all’emergenza. La quantità di lavoro non è cambiata ma la tipologia sì. Abbiamo potenziato due attività, con personale dedicato: da una parte la raccolta domiciliare di rifiuti per chi è risultato positivo e presso le rsa. Negli ultimi 30 giorni Sei Toscana ha raccolto 21 tonnellate di questi rifiuti, avviati a incenerimento. L’altra attività potenziata è quella di igienizzazione e sanificazione di cassonetti, piazzole e aree di raccolta». Qualcosa è diminuito? «La raccolta di imballaggi, cartoni e materiale presso attività commerciali e industrie, tutto il non domestico. Per i rifiuti urbani, domestici, c’è stata a marzo una lieve flessione di circa il 5%, rispetto al marzo 2019. Però chi è rimasto in casa si è impegnato a differenziare: è cresciuta la frazione organica, che segna un +15% rispetto a marzo 2019; seguita da vetro, alluminio, plastica e tetrapak con un aumento di quasi il 9%. La raccolta di carta e cartone aumenta del 7%. Diminuisce invece il quantitativo dei rifiuti ingombranti, del 12%, legati alla chiusura di centri di raccolta e stazione ecologiche». La prospettiva quale è? «Dal 4 maggio riaprono le aziende e dovremo riattivare la raccolta. Poi inizieremo a lavorare con i Comuni per capire come riadattare i servizi di fronte alla previsione di minori flussi turistici. Ci sono già 17 Comuni che hanno scritto ad Ato segnalando la possibile mancanza di presenze sul territorio». Lo stop attuale quanto incide sull’economia? «Molto. Le aziende sono in sofferenza di liquidità. Se non c’è lavoro, non si pagano le tasse, i Comuni hanno minori entrate e pagheranno in ritardo. Il Governo ha previsto che le banche anticipino questi pagamenti: la speranza è che le misure arrivino prima possibile».