Maxi appalto per la gestione dei rifiuti nelle province di Arezzo, Grosseto e Siena da oltre 171 milioni di euro annui: tutti assolti. Così ha deciso ieri il tribunale di Firenze, presieduto da Gaetano Magnelli. Come aveva chiesto anche il pm Leopoldo De Gregorio l'8 settembre scorso per gli imputati relativamente alla turbativa d'asta. Compresi gli enti Sei e Sienambiente. «Perché il fatto non sussiste», la formula. Assoluzione invocata anche per Andrea Corti, all'epoca dei fatti direttore generale di Ato sud. Smontata dunque una vicenda giudiziaria dal grande risalto, sia per i nomi di prestigio coinvolti, sia perché accendeva i riflettori sulla prima gara pubblica per l'affidamento ad un unico gestore nell'Ambito territoriale ottimale più vasto d'Italia. Assolti dunque Andrea Corti, difeso da Enrico e Lorenzo De Martino, quest'ultimo accusato anche di unduzione alla corruzione. Stessa decisione per Eros Organni, assistito dallo studio Zilletti, consulente dell'impresa aggiudicataria (Rti 'Progetto 6') e successivamente amministratore e responsabile legale della stessa, per Marco Buzzichelli, difeso da Luca Sirotti di Bologna. Decaduta con formula piena anche l'accusa di responsabilità amministrativa ai sensi del decreto legislativo 231 nei confronti di Sei Toscana e di Sienambiente di cui le società erano state imputate come conseguenza delle accuse mosse nei confronti degli allora amministratori delegati, Buzzichelli e Organni appunto. «Esprimo grande soddisfazione quale difensore di Sienambiente interviene l'avvocato Fabio Pisillo -, imputata ai sensi della legge 231 e citata nel processo prenate anche come responsabile civile da parte di Ato, per la definizione favorevolissima di un processo che, come purtroppo ormai spesso accade, ha fatto scalpore anche mediatico nelle fasi iniziali delle indagini e dei provvedimenti cautela ri. E che si è sgonfiato appena le difese hanno avuto la parola davanti al giudice. Tutto era stato perfettamente chiarito già in fase di udienza preliminare e il dibattimento ha dato solo ulteriori conferme. Non si può non ricordare che per via di queste indagini l'autorità anticorruzione all'epoca attenzionò la vicenda, oggi possiamo dire, su basi del tutto insussistenti». Sei Toscana e Sienambiente, recita anche una nota delle società, rilevano che «finalmente è stato messo in luce il corretto agire dei soggetti coinvolti, in quella che è stata la prima gara pubblica per l'affidamento ad un unico gestore nell'Ato più grande d'Italia. Un'attività che è stata negli anni offuscata da accuse che inevitabilmente hanno inciso sull'immagine delle società e che oggi, dopo sei anni, trovano risposta nella sentenza del tribunale di Firenze». «Sei anni fa al professor Corti venivano applicati gli arresti domiciliari con contestuale immediata polverizzazione della carriera professionale. Sono stati purtroppo necessari 6 anni per vedere affermata la sua piena e totale innocenza dalle ipotesi sia di corruzione che di turbativa d'asta che di induzione indebita. Nessun interesse personale osservano gli avvocati Enrico e Lorenzo De Martino ha mai inquinato i processi decisionali degli enti coinvolti, nessuna gara è mai stata alterata. Anzi, è stata successivamente presa a modello per altre analoghe a livello nazionale. Profonda soddisfazione per la sentenza che ha cristallizzato un convincimento professato sin dagli albori: totale estraneità da qualsivoglia ipotesi di reato. L'augurio è ora che il professor Corti, uno dei massimi esperti del settore dei rifiuti e importante risorsa per il territorio possano essere restituite dignità e reputazione, ingiustamente messe in dubbio dall'indagine e serva da monito alle immediate, frettolose e ingiustificate criminalizzazioni».