Ivalori contenuti nelle logiche Esg - cura per l`ambiente e per le proprie risorse umane fra tutte - hanno contribuito nel passato alla crescita delle municipalizzate tradizionali. Oggi invece che le multiutility si confrontano col mercato, quanto conta questa legacy? Ne parliamo con Luca Dal Fabbro, presidente di Iren. «Le multiutility hanno subito un profondo cambiamento nel corso degli anni, diventando i motori trainanti dell`economia del Paese, con la gestione di servizi strategici ed essenziali, supportate da una capacità di investimento significativa. Ne consegue che le logiche Esg, che per alcuni aspetti già interessavano questo settore industriale, si siano ulteriormente affinate e sono diventate reale strumento strategico per la crescita economica delle multiutility, interessando in una logica sia imprenditoriale che etica tutte le linee di business. Più dell`80% dei circa 10 miliardi di euro di investimenti previsti nel piano industriale Iren al 2030, sono classificati come sostenibili, ovvero dedicati a progetti che riguardano la tutela della risorsa idrica, l`economia circolare, le energie rinnovabili e l`efficienza energetica». Fra le sfide della sostenibilità, forse il passaggio più complesso è quello di allineare la propria supply chain a questi nuovi standard... «La gestione della supply chain è una priorità cruciale per una realtà come Iren fortemente radicata sui territori in cui opera. Stiamo coinvolgendole aziende partner, cosi come le Pmi e le realtà artigiane della nostra filiera, nell`adozione di pratiche sostenibili con l`obiettivo responsabile di generare valore per se stesse e per il cliente finale, in una logica win-win ormai indispensabile per esercitare un ruolo da protagonista sui mercati». Voi parlate di un`azienda che agisce sul sistema, di una visione quasi politica che sottende ad una vocazione territoriale. Può chiarirci questo aspetto? «Oggi le aziende non sono un soggetto autonomo, collocate individualmente in un universo più ampio che è il mercato. Le aziende vivono in un ecosistema relazionale che interagisce sistematicamente con il territorio, gli azionisti, i clienti, più in generale con tutti gli stakeholder. Le aziende che vogliono essere vincenti devono ridisegnare il rapporto con la comunità, amplificando il loro ruolo attivo su tutti i fattori Esg, non solo declinandoli internamente alla propria organizzazione». Tutti gli studi dicono che gli investimenti in Esg ripagano dal punto di vista finanziario. C`è però ancora un problema di misurazione degli obiettivi raggiunti. Manca ancora quell`approccio scientifico per distinguere chi è serio da chi fa greenwashing... «La misurazione accurata degli impatti Esg è essenziale per dimostrare l`efficacia delle nostre azioni e per garantire una comunicazione trasparente. E un tema a cui tengo molto e in qualità di presidente dellTsg European Institute ho proposto, attraverso testi e testimonianze, un nuovo modello di riferimento per la standardizzazione delle metriche Esg utili per la disclosure dei risultati non finanziari delle imprese. Stiamo lavorando per sviluppare approcci scientifici e indicatori chiave di performance (Kpi) che ci consentano di valutare in modo preciso il nostro impegno verso obiettivi sostenibili. L`intelligenza artificiale potrebbe essere un alleato in grado di ridisegnare nuove modalità di categorizzazione, misurazione e analisi». Siamo tutti consapevoli del potenziale dirompente dell`AI... anche l`utilizzo della tecnologia oggi è un tema politico... «Recenti ricerche dicono che la sola applicazione dell`intelligenza artificiale migliorerà del 15% l`efficientamento energetico nei prossimi 3-5 anni e potrà avere un contributo fino al 45% nel raggiungimento dei target di riduzione delle emissioni stabiliti nell`Accordo di Parigi. Consci comunque dell`insidie dell`AI, intendiamo promuovere l`adozione interna ed esterna all`impresa di un approccio volto ad allineare l`utilizzo dei sistemi di AI con i valori e gli obiettivi dell`azienda e dell`ecosistema in cui opera».