TRE ANNI esatti. Era il 25 luglio del 2015 quando le acque della laguna di Orbetello si trasformarono in una trappola mortale per oltre cento tonnellate di pesce (centoventi quelle raccolte, molte altre quelle rimaste sul fondo). Tre anni durante i quali la cooperativa dei pescatori si è rimboccata le maniche per ripartire, ma il risultato di quel lavoro deve ancora concretizzarsi in pieno. Ci sono state le semine, adesso deve arrivare il raccolto. E quest’anno sarà fondamentale. L’attenzione è ai massimi livelli, quindi, il monitoraggio costante. Ma le alghe, molte. Proprio in questi giorni ne è partita la raccolta, eseguita con i tre battelli affidati in gestione a Orbetello Pesca Lagunare e Sertur, per ossigenare i fondali e raccogliere la massa algale che Sei Toscana penserà poi a portare via e smaltire. «Dobbiamo raccogliere circa cento tonnellate quest’anno – ci spiega Pier Luigi Piro, presidente dei Pescatori –, ma sarebbe necessario raccoglierne di più. Mai come in questo momento la laguna è stata monitorata, ma non è possibile che un’azienda come la nostra, con la quale vivono più di cento famiglie, debba ogni volta sperare che il tempo sia clemente». Tutto è affidato all’accordo di programma tra Comune e Regione, che ha assegnato la gestione degli strumenti che tengono in vita la laguna, dai battelli alle idrovore, per due anni. Ma se nel 2019 le attività potranno partire per tempo, essendo il servizio già appaltato, con la fine del prossimo anno si concluderà anche l’accordo di programma. A quanto pare, in Regione si sta lavorando a una proroga, perché la soluzione di un Ente laguna, che chiami in causa anche lo Stato e che dia stabilità alla gestione ordinaria, sembra ancora distante. Il problema, però, si annida stavolta nelle scadenze elettorali. Perché in Regione nel 2020 ci saranno le elezioni e se la proroga all’accordo di programma, con relativi finanziamenti, non sarà pronta entro il 2019, c’è il rischio che il blocco dell’attività amministrativa e il passaggio di consegne (Enrico Rossi è comunque al secondo mandato) non consentano di assegnare risorse in tempi rapidi. Se questo dovesse verificarsi, come conseguenza la laguna resterebbe senza risorse e senza responsabili per un periodo troppo lungo. Uno scenario che spaventa. «Con la crescita di alghe a questi ritmi – afferma Piro – non possiamo permettercelo. Ci sono scadenze fondamentali. Il pompaggio e la raccolta devono poter iniziare subito quando necessario». Ma con la fine del 2019 c’è un’altra scadenza. Ed è quella che affida ai pescatori la concessione esclusiva per la pesca in laguna. «Stiamo lavorando con il Comune per prorogarla – ci spiega Piro – cercando di calcolare tutto, dai canoni pregressi ai danni che abbiamo avuto dalla moria del 2015». Questione affidata agli uffici legali, quindi, mentre i battelli tirano su le alghe per depositarle nel container di Sei.