«Che ricordo ho di mio padre? Mi ha insegnato il rispetto degli altri, il conservare sempre la lucidità mentale. Fazio Fabbrini è stato sempre riformista, da sindaco e da parlamentare europeo Pci. Altrimenti non avrebbe fatto la scelta rivoluzionaria di chiudere il centro storico di Siena al traffico delle auto, prima città in Europa. Guidava una giunta giovane, aveva assessore l’architetto Augusto Mazzini, una generazione che voleva costruire un mondo nuovo». Alessandro Fabbrini, presidente di Sei Toscana e vicepresidente di Estra, apre la puntata di ’Il lato positivo’ su Canale 3 Toscana, ricordando il coraggio del padre e la sua spinta riformista.«Sono diventato presidente di Sienambiente nel pieno dell’inchiesta sulla gara per il servizio di raccolta rifiuti. In pochi mesi ho visto decapitare i vertici operativi di Sei e Sienambiente. Abbiamo iniziato il percorso di risanamento, si è concluso ora. Con il ritorno all’utile dei bilanci di Sei Toscana e con Sienambiente che guarda già al futuro. Dopo sei anni di inchieste e processi tutto è finito con assoluzioni».Il punto di svolta è l’ingresso di Iren in Sei?«E’ stata la salvezza della società, Unieco era un partner industriale troppo debole. Iren è tra le prime quattro multiutility in Italia, ha garantito sicurezza, sviluppo, investimenti sul territorio, a Sei Toscana e Sienambiente. La prima pensa alla raccolta, l’altra a smaltire i rifiuti».Qual è il bilancio per Iren e Sei Toscana?«Non ha solo investito 100 milioni di euro per rilevare le quote. Ha risolto il dilemma del termovalorizzatore di Scarlino, chiudendo una polemica ventennale e una struttura che perdeva 8 milioni l’anno. Garantisce un piano industriale con 150 milioni di investimenti in 5 anni».I rapporti con il Comune di Siena?«Restano cordiali e costanti. Quando arriveranno i nuovi cassonetti riparleremo di 6Card».La multiutility vista dal vertice di Estra?«Si sta superando l’allergia alla Borsa da parte dei Comuni. Tutte le multiutility sono quotate».