Un mese di ottobre confortante sul fronte della raccolta differenziata a Grosseto. La percentuale di raccolta virtuosa arriva al 45,9%, quasi sei punti in più rispetto alla media dell'anno scorso, che - con un 40,84% - aveva piazzato il capoluogo maremmano tra gli ultimi in Toscana. I dati sono quelli di Sei Toscana, non ancora validati dall'Agenzia regionale recupero risorse, ma comunque ufficiali, riferiti ai flussi di raccolta. E rappresentano la percentuale più alta realizzata negli ultimi due anni (vedi tabella). Il 2020 era del resto partito bene, con una raccolta in aumento rispetto al 2019. A gennaio e febbraio la differenziata aveva superato il 45%, lontano sì dal 65% prevsto per legge già dal 2012, ma pur sempre un incremento. Poi è seguito un calo a primavera, in parte attribuibile al fatto che, nel lockdown, i cassonetti ad apertura automatizzata sono stati resi accessibili senza tessera e questo ha compromesso il rigore dei conferimenti. Poi un ulteriore calo d'estate che in passato l'amministrazione ha attribuito alla presenza di turisti. Da settembre la ripresa. «Gli ultimi dati rappresentano un segnale incoraggiante: siamo decisamente sulla strada giusta che presto ci permetterà di allinearci agli obiettivi della normativa», dicono il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l'assessora all'Ambiente, Simona Petrucci. Una visione condivisa da Giuseppe Tabani, direttore tecnico di Sei Toscana: «È il segnale di come la direzione intrapresa sia quella giusta. Il nostro compito è quello di lavorare in sinergia con l'amministrazione comunale per cercare di raggiungere il prima possibile gli obiettivi indicati dalla normativa vigente», dice. La strada è quella sostituire i cassonetti tradizionali e il porta a porta con cassonetti automatici che, attraverso la 6Card, registrano quantità e tipo di conferimenti. Ma anche formazione di personale specializzato, controllo, sensibilizzazione dei cittadini, introduzione, con Sei Toscana, di nuovi strumenti e macchinari. E dunque se nel 2016 la raccolta era al 36% a ottobre era del 10% in più. «Ma potrebbe essere ancora maggiore - spiega al Tirreno l'assessora Petrucci - perché c'è una grande quantità di raccolta differenziata che non viene contata in questi calcoli». È quella "delle convenzioni", ovvero di quelle attività commerciali che, producendo grandi quantità di rifiuti, hanno sottoscritto convenzioni con società diverse da Sei Toscana e fanno raccogliere e trattare i loro rifiuti al di fuori del circuito entro il quale viene calcolata la percentuale di differenziata. «Tra queste ci sono molti supermercati e medie strutture di vendita - spiega Petrucci -. La regola vorrebbe che, una volta smaltiti i rifiuti, portassero al Comune le bolle che attestano queste quantità. Ma, non essendo obbligatorio, non tutte queste attività ci portano le bolle, anche se sono previsti degli sconti. Oppure ce le portano solo per alcune frazioni, ad esempio la carta. Quindi quel tot di differenziata non è calcolato. E si parla di quantità che rappresenterebbero tre o quattro punti percentuali». Non solo. «Nelle zone servite da cassonetti smart la differenziata arriva facilmente al 75% - dice Petrucci -. Quindi, quando avremo completato l'installazione di questi cassonetti ovunque, avremo questi risultati». Il secondo lockdown ha rallentato il piano di installazione. Se nel 2019 era previsto il completamento a febbraio 2021, i tempi slittano. «Al momento siamo bloccati - dice Petrucci -. Riprenderemo a installare i cassonetti a febbraio, per completare la città. Poi passeremo a Marina e alle altre frazioni. Si finirà a fine 2021».Nel frattempo, a differenza del lockdown di marzo, stavolta i cassonetti smart restano accessibili solo con la tessera. «Mi rifiuto di aprirli - dice Petrucci -. Non capisco perché toccare il bancomat o il carrello della spesa va bene e toccare il pulsante del cassonetto deve essere considerato a rischio. I cassonetti continueranno a funzionare come devono».