Il rifiuto è una cosa, lo scarto un`altra. Il primo è ciò che si butta, il secondo è quello che rimane dopo la lavorazione del rifiuto per renderlo utile: estraendo nuova materia o ricavando energia. C`è una marea di rifiuti da smaltire e da trattare ma ci sono anche un sacco di scarti. Che vanno eliminati. L`impianto di San Zeno gestito da Aisa Impianti, si propone proprio per questa nuova frontiera strettamente collegata all`innalzamento dei volumi di raccolta differenziata. Così mentre si lavora al potenziamento dell`impianto fino alle 75 mila tonnellate (progetto già autorizzato) l`idea è di mantenere in piedi anche la "linea 1" attuale, quella da 45 mila tonnellate. Triplicare San Zeno: di questo si tratta. Con ricadute sensibili nella produzione di calore e biometano. Un accordo tra Sei Toscana, gestore dei rifiuti nell`Ato sud (Arezzo, Siena, Grosseto e sei comuni livornesi della Val di Cornia) e Asia Impianti sulla mole di scarti dei rifiuti "nati qui", nel territorio dell`Ato sud. Giorni fa l`assemblea dell`ambito ha stoppato la delibera proposta in questo senso dal presidente e sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli. Prima di fare certi passi, gli altri sindaci vogliono approfondire. Tema politico del momento è dunque: non disattivare la linea 1 dell`impianto di San Zeno quando sarà attiva quella da 75 mila. Ghinelli e il suo assessore Marco Sacchetti non drammatizzano la battuta d`arresto: "Incidente di percorso", dice il primo; "Legittimi chiarimenti" dice il secondo. Delibera da migliorare e nodo da sciogliere, vedremo come. Nella logica del recupero e delle rinnovabili, non del crudo smaltimento. Sempre nei giorni scorsi una qualificata delegazione della Regione Umbria ha visitato l`impianto di San Zeno. Il presidente di Aisa Impianti, Giacomo Cherici e il direttore Marzio Lasagni, hanno fatto gli onori di casa e l`assessore Roberto Morroni, con delega ad ambiente e agricoltura, con il suo staff ha seguito e ascoltato, interessato, come si fa di fronte ad un modello dal quale trarre spunti. In materia di rifiuti, Roma docet, confronto e decisioni non sono rinviabili. Tra sostenibilità ambientale ed economica e necessario pragmatismo. Ma quando saranno terminati i lavori alla linea 2 di San Zeno? "Contiamo nel 2024 e ci sarà anche un incremento del personale, dagli attuali 50 addetti a 70", dice il presidente di Aisa Im- pianti Cherici che ci tiene a sottolineare l`evoluzione avvenuta nel corso degli anni da quello che in origine si chiamava inceneritore, poi termovalorizzatore, ora Centrale a recupero totale Zero spreco. Nominalismi? Secondo Aisa Impianti no. Dalla semplice pratica del "bruciare" di una volta si sta spingendo forte sul "recuperare", "rigenerare" e sulle "rinnovabili". Cherici sottolinea come "l`attività del forno, in proporzione va a diminuire rispetto a quella con cui vengono processati i rifiuti". In questo contesto si inquadrano il bio digestore da 35 mila tonnellate e la fabbrica di materia da 100 mila tonnellate". Sull`interrogativo che pongono molti, il rischio che arrivino ad Arezzo rifiuti da altre zone, Cherici risponde che i flussi vengono determinati dall`autorità dell`Ato sud, all`interno del quale esiste un principio di sussidiarietà. I rifiuti sono "nostri", insomma. E` comunque da ricordare che "fin dal 2017 l`impianto di Aisa Zero spreco ha ricevuto la qualifica R1 riconosciuta dalla legge per gli impianti di recupero, non più di smaltimento, i quali secondo la normativa corrente possono operare in ambito europeo ricevendo rifiuti selezionati. E in caso di necessità indicate da Regione o Governo possono sopperire se sorgono emergenze. Ma qui, allo stato delle cose, non possono certamente venire da fuori a scaricare rifiuti grezzi: lo vieta la legge". C`è poi il capitolo energia, agganciato alla vita della centrale: "Serviamo attualmente 20 mila abitanti ma ci apprestiamo a servirne 40 mila l`anno prossimo con l`attivazione del biodigestore. Generiamo calore per 1.080 abitazioni da 100 cubi, per 150 attività industriali da mille metri cubi e 280 centri commerciali da 500 metri cubi". E ancora: "Il biodigestore consente di estrarre biometano dalla frazione organica stabilizzata, offrendo qualcosa come 100 mila pieni di biometano l`anno: quanto due distributori e mezzo". Il presidente Cherici conclude: "La sfida di Aisa Impianti è aumentare la capacità di generare energia senza aumentare le emissioni in atmosfera con un impianto a CO2 negativa".