«Podere Rota, piano da 100 posti di lavoro»

La Centro Servizi Ambiente Impianti, società che controlla Podere Rota, è intervenuta in merito alle dichiarazioni rilasciate in questi giorni da sette sindaci del Valdarno, fermamente contrari all’ampliamento della discarica. E’ stato innanzitutto ricordato che l’investimento previsto non è di 24 milioni di euro, ma meno della metà. I 24 milioni sono legati all’intero progetto che coinvolge Valdarno Ambiente, il distretto industriale di economia circolare, e prevede anche la realizzazione di un impianto per la selezione e valorizzazione del multimateriale da raccolta differenziata, il potenziamento dell’impianto esistente di selezione e valorizzazione della carta e cartone, la creazione di un centro di ricerca sulla Green Technology e il rimboschimento di 80 ettari di terreno adiacente il sito. «Un piano industriale che interessa il futuro di almeno 100 dipendenti diretti, oltre all’indotto – ha aggiunto la Csai – Va chiarita anche l’affermazione secondo cui l’ampliamento della discarica non è necessario perché il Valdarno è già autosufficiente nella gestione dei rifiuti urbani. Intanto l’ampliamento richiesto riguarda i rifiuti speciali (non pericolosi) e continuare a confondere le carte in tavola non giova a nessuno, ma ci corre l’obbligo di segnalare che, anche per quanto riguarda la gestione degli urbani, il Valdarno non è affatto autosufficiente visto che tutta la raccolta differenziata da anni viene inviata altrove e che l’alternativa salvifica, così spesso evocata, dell’inceneritore di Arezzo per gli indifferenziati non sarà percorribile nell’immediato futuro, visti i tempi tecnici necessari per il revamping, che non sono affatto quelli rappresentati ai cittadini. Dettaglio non irrilevante poi da non nascondere – ha proseguito la società – è che il ricorso ad impianti fuori ambito non potrà non riflettersi sulle tariffe e quindi sui cittadini stessi e sulle aziende». Riguardo alla polemica sul mancato coinvolgimento dei comuni e dell’Ato nella decisione di Csai di chiedere l’ampliamento, la società ha ricordato che i Comuni e l’Ato hanno competenza sulla programmazione e sulla gestione dei flussi dei rifiuti urbani, ma non sui flussi degli speciali (non pericolosi). «Andrebbe invece apprezzato il fatto che con trasparenza e senso di rispetto, prima di depositare il progetto in Regione, abbiamo presentato alla stampa tutto il progetto di sviluppo del Distretto di Valdarno Ambiente, all’interno del quale trova collocazione anche la richiesta di ampliamento di Podere Rota». Csai non ha poi compreso altre perplessità espresse da alcuni dei primi cittadini. A partire dagli ostacoli che il progetto creerebbe allo sviluppo del turismo, della filiera agroalimentare, dello sport e del benessere («specialmente in quei comuni distanti decine di km da Podere Rota»). «Abbiamo poi notato, non senza stupore – ha concluso la società – l’atteggiamento pregiudizialmente ostile anche in alcuni sindaci che oggi pubblicamente dichiarano di opporsi al nostro piano industriale e che hanno invece chiesto, ottenuto, e continuano a chiederci contributi economici per iniziative di promozione del loro territorio. Quello stesso territorio su cui ci ascrivono, immotivatamente, la responsabilità diretta di un impatto negativo in ambito turistico, ambientale e perfino sanitario. Queste preoccupazioni sulla tutela dell’ambiente, della salute e dello sviluppo sostenibile del Valdarno, non ci pare siano state altrettanto manifestate verso le necessarie bonifiche delle discariche di Santa Lucia, Tegolaia e Forestello o verso impianti industriali ed energetici presenti sui loro territori». 

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