L’AVVOCATO Leonardo Masi, presidente di Sei Toscana da poco più di 7 mesi, guarda a quei 173 milioni di euro come al traguardo di una tappa di montagna del Giro. «Credo che l’approvazione del corrispettivo d’ambito 2019 per l’intero ciclo dei rifiuti sia un risultato importante. Frutto di una stretta collaborazione tra il gestore unico Sei Toscana, le società degli impianti, i vertici e i Comuni dell’Ato. Aver costruito un Pse (piano di servizio economico n.d.r.) su un’area così vasta, dopo un lavoro istruttorio cruciale e una campagna di ascolto, consente di programmare nel medio e nel lungo periodo, sia servizi ambientali più efficaci, che gli investimenti studiati con i Comuni». Non le sembra che sia arrivato in ritardo? «Un atto approvato il 20 febbraio, che vale per tutto l’anno, mi sembra varato in tempi corretti. Se si guarda poi la questione dal lato aziendale, il corrispettivo di ambito consente a Sei di programmare i servizi che è chiamata a svolgere e la mette nelle condizioni di lavorare bene». Tutt’altra musica rispetto alla recente stagione dei contenziosi tra Sei e i Comuni.... «Non ci sono mai stati contenziosi con i singoli Comuni, le interlocuzioni sono sempre tra gestore unico e autorità di ambito. Abbiamo attraversato una stagione di incomprensioni. Ma, per la natura stessa del servizio di igiene urbana, complesso e delicato soprattutto in questo territorio ad alto valore ambientale, un clima di collaborazione tra amministratori e gestori è fondamentale. E io mi sono molto impegnato per intensificare l’ascolto reciproco». La domanda è: 173 milioni di euro vi bastano per organizzare un servizio rifiuti migliore? «L’assemblea di Ato ha programmato un’attività migliore, noi dobbiamo esaminare nel dettaglio tutti gli atti. Le cifre sono il frutto dell’istruttoria che le dicevo, conseguenza di un aumento del 2,4% a fronte di servizi migliori e più puntuali. Ci sono anche investimenti in attrezzature...» Alt, lei anticipa la domanda sui cassonetti intelligenti. «Le attrezzature ad accesso controllato sono un servizio già pronto in altri centri, come Grosseto. Le stiamo studiando per altri Comuni, sono un passo avanti importante, strumenti che consentono di applicare la tariffa puntuale. Gli utenti pagano per i rifiuti che conferiscono, come accade per luce e gas, e sono spinti a fare la differenziata a casa. Altre innovazioni riguardano i centri di raccolta, i kit per il porta a porta, le tecnologie». La percentuale di differenziata è sul 39%, molto bassa. Cosa pensa del fatto che vetro e alluminio non hanno più mercato? «I prezzi del vetro, della plastica, del cartone, credo dipendano dal mercato nazionale e dai consorzi di filiera. Dovremo fare un lavoro assieme ad Ato per fare massa critica e strappare condizioni migliori. La percentuale della differenziata è bassa, ma ho molta fiducia nei cittadini e nella tecnologia». Lei è presidente di una società nella quale gli azionisti litigano su tutto, dalle quote alle nomine «Sono diventato presidente a luglio, ho cercato di isolare la società dalle dinamiche che riguardano i soci. A me tocca la gestione e il dialogo con i Comuni. Le dispute tra soci non devono condizionarci nell’azione. Godiamoci il momento positivo, guardiamolo come a una ripartenza». Cosa pensa del fatto che il costo degli impianti è più salato per i senesi rispetto agli altri? «Le tariffe degli impianti non competono a Sei Toscana, per noi sono costi passanti. Nel senso che li incassiamo e li giriamo ai proprietari degli impianti, sulla base di tariffe stabilite a monte». In conclusione, pensa che la Tari aumenterà per i vostri utenti? «Dovrebbe chiederlo a ciascun Comune, la tariffa è determinata da tanti fattori. Noi riceviamo le delibere, non concorriamo a formularle. Credo che non ci siano le condizioni, nonostante gli investimenti e i servizi aggiuntivi, per aumenti eccessivi delle bollette».