«Iren è il socio giusto per la Toscana sud»

Fabbrini, neo presidente di Sei: «Hanno risorse finanziarie, capacità di investire e grandi competenze nel servizio di raccolta»

Alessandro Fabbrini è stato nominato pochi giorni fa presidente di Sei Toscana all’unanimità dall’assemblea del soci. Ed è pronto a dimettersi dal vertice di Sienambiente, la società che gestisce gli impianti dei rifiuti. Chi sarà nominato al suo posto? «Al socio privato Sta - replica Fabbrini - tocca la nomina dell’ad, sarà Alfredo Rosini. Ai soci pubblici, ovvero i Comuni con Poggibonsi e la Provincia che hanno il peso maggiore, spetta la scelta del presidente». In che contesto è maturata la rivoluzione in Sei Toscana? «Iren ha investito molti milioni di euro (all’incirca 120 milioni n.d.r.) per rilevare Unieco e le società collegate, tra cui Sta. Logica conseguenza, ha ritenuto giusto portare i propri uomini alla guida delle aziende che ha comprato. Oltre al nuovo ad di Sei Toscana, Salvatore Cappello, Iren ha scelto consiglieri in Sienambiente, Csai, Scarlino Energia». Lei però, in Sienambiente, era sia presidente che direttore.. «Uno dei motivi per il quale non c’era l’ad in Sienambiente era la conflittualità tra soci pubblici e privati. I Comuni hanno preso decisioni per tutelare la loro missione. Come presidente di Sienambiente ho sempre sperato che arrivasse un socio industriale forte, capace di portare risorse finanziarie, voglia di investire e competenze nel settore. Con l’arrivo di Iren l’auspicio si è avverato». Come è maturata la sua elezione a presidente? «Grazie al rapporto con i nuovi soci. Io sarò il garante del punto di equilibrio tra partner industriale e componente pubblica. Con l’ad Cappello c’è un ottimo rapporto. E toccherà a Iren, quindi ai manager scelti dal socio industriale, stilare il nuovo piano di Sei Toscana». Cosa replica a chi parla di nomine politiche? «Nulla. Ho guidato per 4 anni Sienambiente, penso di avere i requisiti giusti in tema rifiuti». L’ad di Iren Ambiente, Eugenio Bertolini, è stato molto critico sul servizio di raccolta erogato da Sei Toscana.. «Le due direttrici del nuovo piano saranno migliorare il servizio e ritrovare un’armonia con tutti i territori. Ci sono fibrillazioni, lamentele, conflitti. Iren serve 3 milioni di utenti, ha sia l’esperienza che il know how per studiare il modo migliore per la raccolta rifiuti nella Toscana sud. In un ambito che spazia da città patrimonio Unesco, come Siena, Pienza e San Gimignano, a Follonica e Castiglione della Pescaia, che d’estate attirano migliaia di turisti». Qual è lo stato degli impianti? «Iren gestisce il più grande termovalorizzatore d’Italia. In Sienambiente hanno visto una società capace di gestire tutti i tipi di impianti. L’ampliamento della discarica di Abbadia è già autorizzato. Per il biodigestore di Asciano, aspettiamo che si esprima il consiglio comunale». Non ci sono già polemiche? «Il progetto non prevede solo un biodigestore, ma investimenti per 25 milioni di euro. Il nuovo impianto tratterà i rifiuti organici in processo anaerobico, senza nessuna emissione in atmosfera ed eliminando i cattivi odori che provocano la reazione di chi abita lì vicino. E’ una tecnologia di eccellenza, credo che la gara potrebbe essere indetta a metà 2021. Serviranno due anni per completare l’opera». Cosa pensa della multiutility regionale lanciata dai sindaci di Firenze, Prato e Empoli? «E’ un percorso complesso quello che vogliono intraprendere i sindaci. Sono solo al primo passo, penso che non sarà facile la trattativa per liquidare Acea. trovare milioni dalla quotazione in Borsa non è affatto semplice». Lo dice perché quell’idea è una risposta all’arrivo di Iren? «Il gruppo Iren ha svolto una due diligence su Sei Toscana, ha ricucito i rapporti tra tutti i soci pubblici e privati. Già dalla prima assemblea si è respirato un clima diverso. Ora intende intraprendere il percorso di risanamento, riallacciando le relazioni con Ato, perché sono i Comuni che decidono le tariffe».

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