Con voto favorevole di Pd e Art.1-Mdp, e la contrarietà dell’opposizione, il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la nuova manovra finanziaria, ovvero il Bilancio di previsione 2019, la legge di stabilità per il 2019 e i provvedimenti finanziari collegati alla legge di stabilità 2019.
Senza aumentare «imposte e tasse, invariate dal 2013», la manovra toscana – come sintetizza l’assessore al Bilancio Vittorio Bugli – si caratterizza per «971 milioni di euro di investimenti nel triennio 2019/2021», ai quali nel triennio «si aggiungeranno 140 milioni, e si prevedono ulteriori 300 milioni di investimenti in edilizia sanitaria». Il podio delle principali aree d’investimento è occupato dalle voci “sviluppo economico e cooperazione” (125 milioni di euro), “trasporti e viabilità” (100 milioni di euro), “ambiente e difesa del suolo” (68 milioni di euro”.
Investimenti che si snoderanno in un contesto economico regionale dove si prevede una crescita del Pil all’1,2%, ovvero «ben sopra la previsione nazionale», come sottolinea il consigliere regionale Andrea Pieroni (Pd). Anche se le difficoltà non mancano, anche nei rapporti col governo nazionale: «La vera incognita, oggi – dichiara il consigliere Leonardo Marras (Pd) – è l’impegno del governo sulle opere pubbliche in Toscana. È tutto sospeso. È legittimo pensare che oggi ci sia un’azione addirittura punitiva verso la Toscana e l’orientamento del suo governo regionale».
Al proposito il consigliere regionale Giacomo Giannarelli (M5S), annunciando voto contrario del Movimento 5 Stelle, dichiara che la manovra toscana si articola secondo «una visione politica che non condividiamo», soffermandosi in particolare su due aspetti: le grandi opere e l’economia circolare. «Noi siamo a favore delle grandi opere purché non siano uno spreco di denaro pubblico e soprattutto siano utili per la popolazione», ha affermato, sottolineando che l’ampliamento dell’aeroporto di Firenze «non è utile per la Toscana». E ancora: «La Regione Toscana ha come obiettivo la domanda energetica da fonti rinnovabili, ma tale indirizzo dovrebbe essere nel Piano ambientale energetico regionale (Paer) e così non è».
Da questo punto di vista è utile sottolineare che, ormai da un anno, la Regione è al lavoro insieme all’Università di Pisa per predisporre il progetto Toscana Green 2050, con l’ambizioso obiettivo di arrivare a produrre elettricità solo da fonti rinnovabili entro la metà del secolo. Una prospettiva dove è centrale il contributo offerto dalla geotermia, che rappresenta in assoluto la fonte rinnovabile toscana più rappresentativa, e che già oggi è in grado di soddisfare oltre il 30% della domanda di elettricità regionale. La coltivazione sostenibile di questa fonte rinnovabile è però oggi messa in crisi dal governo nazionale a guida M5S-Lega, che per la prima volta – attraverso lo schema di decreto Fer 1 – cancella gli incentivi da sempre rivolti a questa fonte pulita, rischiando di penalizzare fortemente le ambizioni della Toscana in fatto di sostenibilità.