UN MARE di rifiuti. Per l’esattezza, dieci per ogni metro. L’indagine arriva da Legambiente, che ha monitorato 93 litorali italiani, per un totale di circa 400mila metri quadrati. Il risultato è impressionante: circa 90mila rifiuti censiti in totale, 968 ogni 100 metri. Oltre la metà (il 66%) sono rappresentati da sole 10 tipologie di oggetto. Pezzi e frammenti di plastica o di polistirolo rappresentano la prima categoria di rifiuti più presenti sulle spiagge italiane, il 21,3%. Tappi e coperchi in plastica per bevande sono al secondo posto e rappresentano il 9,6% dei rifiuti rinvenuti. Seguono i mozziconi di sigaretta con l’8%, i cotton fioc con il 7,4%, i materiali da costruzione con il 4,7%, le bottiglie di plastica con il 4,6% e bicchieri, cannucce, posate e piatti usa e getta con il 3,5%. La metà di quest’ultima categoria è costituita dai soli bicchieri di plastica e per questo, secondo Legambiente, è necessario lavorare per ridurre drasticamente questo tipo di rifiuto, anche con campagne che incrementino la fiducia dei consumatori nei confronti dell’acqua del rubinetto di casa. L’Italia è infatti il primo Paese in Europa e il terzo al mondo per consumo di acqua imbottigliata. E la sfiducia dei consumatori italiani rispetto all’acqua del rubinetto è facilmente leggibile sulle nostre spiagge: se si sommano bottiglie da bevande e tappi di plastica da bevande arriviamo all’11,7% di tutti i rifiuti presenti sulle spiagge, 11 ogni metro, un’incidenza più alta di qualunque altro tipo di rifiuto.