«L’AZIENDA che adesso tutti attaccano è stata voluta proprio da tutti i Comuni della provincia di Grosseto». Inizia così, Roberto Valente, ex vicepresidente di Sei Toscana (per tre anni) nonché presidente di Coseca (sempre per 3 anni). «SE C’È qualcosa che non funziona forse – prosegue – perché non è stata impostata come doveva essere. Credo che si arrivato il momento di fare chiarezza e individuare oggi con serenità che cosa non funziona: prima di tutto che l’azienda, partita come pubblica, è diventata privata perché lo vollero i Comuni di Grosseto e Follonica. E tutti gli altri accettarono di buon grado questa trasformazione. E’ evidente che il privato vuole fare degli utili: per farli, se bisogna tenere bassi i costi, la cosa si ripercuote sul servizio, tenendo conto che le tariffe non possono essere ritoccate perché già molto alte». Valente prosegue. «L’INDAGINE che è nata per presunte irregolarità nel bando ha decapitato tutti gli organi che dirigevano Sei Toscana ormai un anno fa. La magistratura faccia chiarezza il più velocemente possibile, individuando le responsabilità di chi ha fatto quello che non doveva. Se c’è qualcuno che ha sbagliato deve pagare, ma c’è la necessità velocizzare i tempi perché mille posti di lavoro non sono poca cosa». Secondo Valente è anche il tempo che i «Comuni invece di continuare a criticare si organizzano per riprendere il controllo pubblico dell’azienda, perché i rifiuti è un tema talmente complicato e complesso che non può essere demandato ai privati. Negli anni in cui sono stato all’interno dell’azienda ho verificato di persona che l’idea di Sei Toscana avrebbe sicuramente riportato un risparmio per i cittadini. Per fare esempio nella sola operazione per assicurare tutti mezzi c’era stato un risparmio di 700mila euro». POI CHIUDE. «Sei, per funzionare bene, deve chiudere il ciclo dei rifiuti che è la parte ricca di un sistema che funzioni. Se i Comuni riusciranno a decidere di far gestire a Sei Toscana anche gli impianti esistenti, allora tutto sarà più facile».