Aumentano le pressioni per un aggiornamento dei costi del Pef 2023 prima dello scadere del termine di approvazione delle tariffe Tari, ad oggi fissato al 3o aprile 2023. La strada sembra tuttavia già sbarrata dalla delibera Arera n. 62 del 21 febbraio 2023, con la quale l`Autorità ha disposto l`avvio di procedimento per la definizione delle regole e delle procedure per l`aggiornamento biennale (20242025) delle predisposizioni tariffarie del servizio di gestione dei rifiuti urbani. In quella delibera Arera dà atto delle varie segnalazioni ricevute in merito alle dinamiche dei prezzi dei fattori di produzione, ma ritiene che queste non appaiano sufficienti ad attivare la revisione straordinaria del Pef prevista dal comma 8.5 della delibera 363/2021 (di approvazione del Mtr-2 per il periodo 20222025). In particolare, la procedura può essere attivata in qualsiasi momento del periodo regolatorio al verificarsi di circostanze straordinarie tali da pregiudicare gli obiettivi del Pef. Sul punto si ricorda che con il nuovo Mtr-2 il Piano economico finanziario approvato l`anno scorso è quadriennale (2022-2025), e prevede aggiornamenti biennali (2022/2023 e 2024/2025), sicché ad avviso di Arera l`aumento dei prezzi dei fattori produttivi potrà essere considerato con l`aggiornamento biennale 2024-2025, e questo potrà determinare incrementi delle tariffe applicate all`utenza finale, anche superando il valore del limite alla variazione annuale delle entrate tariffarie previsto dall`articolo 4 del Mtr-2. Questo implica, tuttavia, che i gestori dei rifiuti sono chiamati ad anticipare costi che saranno loro riconosciuti in futuro, e questo indubbiamente può creare dei problemi di sostenibilità del sistema, se i costi anticipati sono rilevanti, come del resto sembrano essere, visto il comunicato di Assoambiente del 13 marzo, nel quale si evidenzia che significativi aumenti dei costi dovuti al boom inflattivo stanno mettendo in ginocchio le aziende che effettuano la raccolta e gestiscono i rifiuti urbani.