In città la rivoluzione del cassonetto è dietro l'angolo. Ad annunciarla, il 22 ottobre, saranno il sindaco Ghinelli e l'assessore Sacchetti. Che in vista di quella data tengono le bocche cucite. Ma, lasciano intendere, cambieranno radicalmente molte cose che finora non hanno funzionato. Nuovi contenitori per i rifiuti e nuove modalità per la raccolta, concertate con Sei Toscana. Dal centro storico alle periferie si riparte dall'abc della pattumiera: diffrenziata e indifferenziata, umido eccetera. La fase di progettazione ha assorbito molto, anche troppo, ora si passa alla fase attuativa. Nel giro di un biennio, dicono a Palazzo Cavallo, le cose muteranno. E' quello che si attende l'assessore regionale Federica Fratoni, che ieri nel divulgare i dati certificati del 2017 (2,24 milioni di tonnellate in Toscana, con flessione del 2,9) ha indicato l'obiettivo: 70% di raccolta differenziata in Toscana nel 2020. Oggi siamo a 53,9 con una crescita dal 2016 di 2,9 punto. Il Comune di Arezzo, tutt'altro che virtuoso, ha molto da scarpinare sulla strada del riciclo. L'assessore Sacchetti e il sindaco Ghinelli illustreranno tutti i punti strategici dell'operazione, che va dall'ammodernamento dei cassonetti al sistema di raccolta, tra conferimento e porta a porta. Alzare il quantitativo di rifiuti avviati al riutilizzo, significa diminuire i costi per i cittadini che ora sono colpiti dalle addizionai. Gli aretini, però, godono dello sgravio per il fatto di avere in casa l'inceneritore di San Zeno dove vengono bruciati anche i rifiuti, tanto per dire, di Firenze. Arrivare al 65% farebbe diminuire ancora le bollette. Raggiungere un equlibrio tra impiantistica e selezione è la sfida. Con un occhio all'ambiente circostante, dove il getto selvaggio di rifiuti è sotto gli occhi di tutti. Nota positiva sottolineata dalla Fratoni: "In Toscana cala l'indifferenziato e la produzione pro capite: la raccolta differenziata fa diminure i rifiuti".