Tre giorni fa il consiglio di amministrazione di Sei Toscana - la società che gestisce la raccolta dei rifiuti in 104 Comuni della Toscana meridionale, in capo alla quale c'è un appalto ventennale da oltre 3 miliardi di euro - ha approvato all'unanimità il bilancio consuntivo 2018. Era un passaggio atteso - dai soci, dalla politica, dai cittadini, dagli oltre mille dipendenti - dopo i 4 milioni di rosso fatti registrare nel 2017, le polemiche e il terremoto al vertice. L'anno scorso, però, è andata meglio. La società si è rimessa in carreggiata, chiudendo con un utile di 586 mila euro e con una valore della produzione che ha superato 165 milioni. Il 2018 è stato l'anno che ha visto la fine del commissariamento di Sei Toscana, ma anche una miriade di altre vicende che hanno tenuto sempre accesi i riflettori sulla società. Dodici mesi sulle montagne russe, in cui si sono alternate infuocate riunioni e passaggi in tribunale, schermaglie societarie e dispute sulle quote tra gli azionisti, accuse e impugnazioni, licenziamenti e nuove assunzioni. Alla fine, però, l'amministratore delegato Marco Mairaghi, il direttore Alfredo Rosini e il presidente hanno portato a casa il risultato. L'utile, ma soprattutto un rapporto, finalmente recuperato e improntato al dialogo, con le amministrazioni comunali e con l'Ato Toscana sud, culminato con l'approvazione del corrispettivo d'ambito e con il cosiddetto accordo di conciliazione. Entro metà luglio il bilancio sarà sottoposto all'assemblea dei soci ed è in quella sede che ne verranno certificati i contenuti. Non solo. È prevista la nomina di un nuovo cda.Estra, Sta, Sienambiente, Cooplat e Revet dovranno nominare i nuovi amministratori, definire le strategie di governance per i prossimi anni, chiarire gli assetti per quanto riguarda il possesso delle quote societarie. Il mondo della politica, trasversalmente, auspica che Sei Toscana torni a maggioranza pubblica, fermo restando il partner industriale. Nel frattempo procede la riorganizzazione dei servizi e del personale operativo per ogni cantiere, con l'obiettivo, in vista dell'estate, di ottimizzare efficienza e funzionalità. Fino all'anno scorso esisteva una situazione che impediva alla società una pianificazione delle risorse umane e tecnologiche, in conseguenza dei contenziosi in essere e dei ritardi nei pagamenti da parte dei Comuni. Il nuovo piano industriale prevede altri 50 milioni di euro di investimenti.