L`Italia green rallenta e perde il primato nell`economia circolare

L`Italia green frena, perde il primato e si fa superare dall`Olanda. Dopo anni al vertice, non siamo più primi in economia circolare, nella capacità cioè di recuperare e riutilizzare materiali, o di utilizzare energia rinnovabile. La battuta d`arresto è sancita dal Rapporto Circonomia 2023, che sarà presentato durante il festival dedicato alla transizione ecologica. «Siamo da tempo e restiamo paese leader in Europa quanto ad economia circolare - spiega Roberto Della Seta, direttore scientifico del Festival - questa edizione del Rapporto Circonomia certifica però che il trend si è arrestato. Più del "sorpasso" olandese, a colpire è il brusco rallentamento del cammino green italiano: in tutti gli indicatori tranne uno, dal 2018 in poi, corriamo meno della media dei Paesi Ue». Gli indicatori presi in esame sono 17. Cinque misurano l`impatto ambientale procapite su ambiente e clima, sei tengono conto dell`efficienza d`uso delle risorse, altri sei valutano la capacità di risposta ai problemi ambientali. L`Italia risulta al primo posto solo in un caso su 17: il tasso di riciclo sul totale dei rifiuti urbani e speciali prodotti, indicatore nel quale doppiamo la media dell`Unione europea - oltre 1`80% contro meno del 40% - e superiamo in maniera abbondante i più grandi Paesi europei. «Solo un ricorso intensivo al rici- clo - rimarca Della Seta - può consentire nei prossimi decenni di soddisfare la domanda di materie prime e di minimizzare l`uso dei combustibili fossili». In tutti gli altri indicatori, dal 2018 in poi, l`Italia segna progressi inferiori a quelli medi dell`Unione europea o addirittura arretramenti. Rimane tuttavia davanti ai principali Paesi - Germania, Francia, Spagna - ma con un vantaggio che, dopo essere cresciuto negli anni scorsi, ora si va rapidamente assottigliando ed evidenzia uno stallo nella transizione energetica. Perché il vero punto debole dell`Italia è proprio il cuore della transizione ecologica: il cambiamento del paradigma energetico, che dovrebbe permettere al nostro Paese di produrre e consumare energia pulita, abbattendo le emissioni di gas serra. «L`ambito nel quale l`arretramento italiano appare più rilevante - si legge nel rapporto è il trend di crescita delle nuove energie rinnovabili, solare ed eolico: nel 2022 la produzione italiana da eolico si è contratta di circa l`1% rispetto all`anno prima, mentre su scala Ue è aumentata del 9%, in Germania del 10%, in Olanda e Danimarca di oltre il 18%. Sempre nel 2022 la produzione da solare fotovoltaico è cresciuta in Italia de110%, a fronte di un incremento del 26% nella Ue, del 20% in Germania, di oltre il 25% in Spagna e Francia, del 54% in Olanda». Un`accelerazione, quella dei Paesi Bassi, che spiega, insieme alla frenata italiana, il sorpasso ai nostri danni. Elettricità Futura, l`associazione che all`interno di Confindustria raccoglie le aziende italiane che producono i170% dell`energia elettrica made in Italy, ha lanciato l`allarme: «È necessario correggere il decreto ministeriale aree idonee (quelle zone del Paese prive di vincoli dove l`iter per eolico e fotovoltaico dovrebbe seguire una procedura più rapida, ndr). In assenza di correttivi questa norma fermerà lo sviluppo delle rinnovabili e della filiera industriale e bloccherà investimenti per 320 miliardi di euro, rendendo impossibile raggiungere il target nazionale di decarbonizzazione». La transizione energetica dell`Italia, secondo il report di Circonomia, è al palo anche in fatto di efficienza d`uso dell`energia: come quantità di energia fossile, consumata per unità di Pil tra il 2018 e il 2021. l`Italia è stata sorpassata dalla Spagna e dalla Francia e quasi raggiunta dalla Germania, che era largamente dietro. Il Paese è fanalino di coda anche per la penetrazione della mobilità elettrica: nel 2022 la quota di auto elettriche sul totale delle immatricolate era del 4%, contro il 12% della media Ue, il 18% della Germania, il 13% della Francia e il 24% dell`Olanda.

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