È un tutti contro tutti. Conflitti nel cda di Sei Toscana e nei cda delle società che compongono Sei Toscana, tra Ato e Sei e tra Sei e molti Comuni; e ancora tra Regione e Ato, tra società a maggioranza pubblica e soci privati, tra amministratori e commissari. Ogni giorno non basta una pagina per raccontare la guerra dei rifiuti nella Toscana meridionale. Un balletto sull'orlo del baratro, ormai difficilmente governabile dalla politica. Ieri altri botta e risposta: Marco Mairaghi (ad di Sei Toscana), che replica a Simona Petrucci (assessora all'ambiente), e i sindaci della zona nord della provincia che nelle stesse ore attaccano di nuovo l'ad di Sei. maggioranza pubblicaMairaghi, da diverse settimane sotto attacco, risponde alle osservazioni di Petrucci sul bilancio e sull'operato di Sei Toscana. «Non c'è bisogno di alcun accesso agli atti - spiega Mairaghi - Sono a disposizione e mostrerò all'assessore all'ambiente del comune di Grosseto e a chi me lo chiede, come è maturato il disavanzo nel bilancio 2017 e perché abbiamo certe criticità proprio su Grosseto». L'ad si dice «d'accordo sulla necessità che Sei Toscana torni a maggioranza pubblica, con un ruolo preminente dei Comuni all'interno del cda, però chiedo anche attivismo e presenza degli amministratori dei territori serviti nella quotidianità del lavoro di Sei Toscana. Io, lo ripeto, sono a disposizione. Sul disavanzo posso spiegare cause e possibili correttivi».CASSONETTI INTELLIGENTI «I cassonetti intelligenti - prosegue l'ad - li sta sperimentando il Comune di Grosseto e ci auguriamo possano essere la soluzione per raggiungere la quota di raccolta differenziata necessaria per evitare l'ecotassa statale e quindi ridurre le bollette del 20 per cento. Comprendo le preoccupazioni della Petrucci così come l'esigenza, legittima, di capire meglio la natura del disavanzo che la società ha registrato».BILANCIO IN PERDITA Le richieste di Petrucci sul bilancio erano in linea con quel ruolo di indirizzo e di controllo che i Comuni devono avere quando si parla di servizi al cittadino come quello della raccolta e del trasporto dei rifiuti urbani. Mairaghi fa notare che la perdita è piccola rapportata al fatturato (meno del 2,5 per cento). «Il bilancio - dice l'ad - non era mai stato in negativo negli anni precedenti e, seguendo i nostri progetti, non lo sarà più a partire dal 2019. Faccio presente a chi critica l'apprezzamento del nostro lavoro emerso da un'indagine commissionata da Estra all'Istituto Piepoli, dove oltre il 90% degli intervistati giudica positivamente il servizio. Lavorando con Ato e i Comuni possiamo migliorare».il costo dei servizi «Basta chiedersi cosa è cambiato rispetto agli anni precedenti - conclude Mairaghi - Nel 2017 e anche in questi mesi del 2018 la società ha avviato nuovi servizi di porta a porta a sacchetto che da una parte, come sapevamo, hanno fatto lievitare i costi e dall'altra non hanno comunque permesso di ottenere i benefici sperati in termini di raccolta differenziata. È mancata la capacità di concertazione per scegliere il porta a porta più efficace caso per caso e per iniziare prima la sperimentazione di altre soluzioni. L'avvicendamento al vertice di Ato e il commissariamento del contratto sono stati determinanti».SINDACI CONTRO MAIRAGHI Ma mentre l'ad rispondeva a Petrucci, altri siluri partivano dai sindaci Pd della zona nord: «Mairaghi si assuma le sue responsabilità e la smetta di dettare le linee politiche sulla raccolta differenziata dei rifiuti nei Comuni». L'area di raccolta omogenea Grosseto nord (Follonica, Gavorrano, Massa Marittima, Monterotondo Marittimo, Montieri, Roccastrada e Scarlino) è sul piede di guerra. «Sei Toscana - proseguono i sindaci - è al servizio dei Comuni e non viceversa». Quanto alla necessità, espressa da Mairaghi, di eliminare il porta a porta a vantaggio dei cassonetti smart per contribuire al risanamento dei conti dell'azienda, i sindaci sono quanto meno perplessi: il porta a porta, dicono, consente di calcolare la tariffa puntuale. Lo stesso dato, però, «rischia di sfuggire con i cassonetti intelligenti».