SUPPLEMENTO di indagini considerato illegittimo. Per questo il legale che assiste il presidente di Scarlino Energia Moreno Periccioli, ha presentato ricorso alla Suprema Corte, contro l’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari Sergio Compagnucci. Cinque pagine e allegati in cui l’avvocato Luca Sirotti del Foro di Bologna ha spiegato i motivi secondo cui il giudice non poteva, a termine di legge, concedere la proroga al pm Maria Navarro per il procedimento penale che vede Periccioli e altre 13 persone indagati per bancarotta fraudolenta. Un’inchiesta penale che ha coinvolto il presidente dell’azienda proprietaria dell’inceneritore di Scarlino, iniziata a maggio del 2016 e che a giugno scorso, scaduti i due anni possibili per le indagini preliminari, ha visto il pm Navarro presentare richiesta di archiviazione del procedimento, per l’impossibilità di valutare attentamente una delle due perizie, consegnata lo stesso giorno della scadenza. Perizie che il magistrato aveva chiesto per ricostruire se nella cessione di alcuni beni dalla Scarlino Energia alla Scarlino Immobiliare si era configurato il reato di bancarotta fraudolenta, cioè se questa operazione era stata fatta per togliere capitali alla Scarlino Energia che era indebitata per decine di milioni di euro. L’AVVOCATO Sirotti nel ricorso presentato alla Corte di Cassazione ripercorre brevemente, allegando i relativi documenti, i tempi delle indagini, elencando le tre richieste di proroga che il pm Navarro aveva già ottenuto dal giudice a novembre del 2016, trascorsi i primi sei mesi previsti dal codice di procedura penale, cui sono seguite le ulteriori due proroghe del 2 maggio 2017 e del 28 novembre 2017. Il legale lamenta l’«abnormità dell’ordinanza emessa il 9 novembre scorso (che concede la proroga di sei mesi al pm, Ndr) in quanto emessa al di fuori di uno schema legale tipico della legge processuale, comportante un’indebita regressione processuale». In sostanza con questa ordinanza secondo l’avvocato che assiste Periccioli, il giudice ha consentito l’aggiramento dell’archiviazione che pur era stata chiesta dallo stesso pm Navarro, ma soltanto per ottenere altro tempo a disposizione. Pur, come ha sottolineato Sirotti, mancando un’ ipotesi di imputazione da parte del pm, che non avrebbe consentito al giudice di valutare completamente il castello accusatorio per poter concedere la proroga.