Del rifiuto tecnologico non si butta via nulla. Il 15 agosto entrerà in vigore la normativa che cambierà per sempre il mondo dei Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche): i prodotti che rientrano in questa definizione, infatti, diventeranno molti di più e l'elenco comprenderà tra gli altri anche carte di credito con chip, biciclette elettriche, prese multiple, cancelli e tende automatizzati, serrature elettriche, cavi e stufe a pellet. Una vera e propria rivoluzione. «La raccolta e il riciclo di Raee aumenteranno. Verranno creati - spiega Danilo Bonato, direttore generale di Remedia, società leader del settore 15mila nuovi posti di lavoro. Verranno risparmiati 100 milioni di euro di valore economico associato alle emissioni e 1,2 miliardi di euro nell'acquisto di materie prime». Numeri che potrebbero essere molto più alti, se la maggior parte degli italiani fosse a conoscenza del decreto `Uno contro zero' del luglio 2016. Dall'estate di due anni fa, infatti, è possibile consegnare vecchi telefonini, lettori mp3, cuffiette o calcolatrici nei negozi più grandi di 400 metri quadrati senza dover comprare nulla in cambio. Per i piccoli distributori e i venditori online l'applicazione di questa norma è facoltativa. Solo i Raee che sono più piccoli di 25 centimetri e provengono da nuclei domestici possono essere rottamati a costo zero. Ma oltre 7 italiani su 10, secondo un'indagine realizzata dalla community di Friendz per Ecodom, uno dei consorzi che gestisce i Raee, non sono a conoscenza di questa possibilità. I più informati sono i residenti di Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia: il 28,6% sa di potersi recare in un grande negozio per poter consegnare i propri gadget ormai obsoleti. E proprio nel Nord Est la percentuale di utenti che ha riconsegnato gratuitamente un vecchio apparecchio ha toccato il 36,2%. Nel 2017, secondo l'ultimo rapporto stilato dal Centro di coordinamento Raee, sono state raccolte 385 mila tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Questo significa che ogni
italiano ha mediamente riciclato 6,3 chili di questi prodotti nei 953 impianti autorizzati (di cui 674 nel Nord Italia, 136 nel Centro e 143 nel Sud). Si tratta, in termini di volume, dell'equivalente di tre navi da crociera grandi come la Costa Concordia. Il 78% di questi rifiuti è di origine domestica, mentre il 22 viene dal mondo delle imprese. La crescita, rispetto all'anno precedente, è stata del 6,8%. Un ottimo trend, che però non garantisce il raggiungimento dell'obiettivo fissato dalla Ue del 45%, calcolato come rapporto tra peso totale dei Raee raccolti e peso medio delle apparecchiature immesse sul mercato (in media oltre 936mila tonnellate). L'asticella dal 2019 verrà alzata al 65%. Nel 2017, l'Italia si è fermata al 41,2%. Con l'allargamento della categoria dei Raee a partire dal 15 agosto, il traguardo europeo potrebbe allontanarsi. «Dovremo attrezzarci - conclude Bonato - per andare a raccogliere e riciclare un flusso di prodotti a fine vita molto più consistente rispetto al passato. Inoltre il decreto prevede l'obbligo di gestire anche prodotti molto diversi rispetto a quelli a cui siamo abituati, come macchine industriali molto pesanti o banchi frigoriferi di grandi dimensioni». La sfida è solo all'inizio.